Wall Street chiude in rialzo con le trimestrali e il Pil Usa

Wall Street chiude in rialzo con le trimestrali e il Pil Usa

29. 07. 2021 Off Di admin

AGI –  Wall Street chiude in rialzo grazie a una serie di solidi risultati trimestrali e ai dati macro economici che, seppure inferiore alle attese, alimentano la fiducia nella ripresa economica. L’economia Usa cresce meno del previsto e senza accelerazioni ma torna comunque ai livelli pre-Covid, alimentando le attese che la Federal Reserve confermerà il suo impegno negli acquisti sui mercati. Proprio ieri il numero uno della banca centrale Usa Jerome Powell ha spiegato che l’economia si sta avvicinando al punto di svolta in cui sarà possibile ridurre gli stimoli monetari, ma il momento non è ancora arrivato e ha ribadito che un aumento dei tassi non è in programma a breve. Un messaggio di cautela che ha rassicurato le piazze finanziarie ma ha indebolito il biglietto verde.

Il Dow Jones guadagna lo 0,44% a 35,084.14 punti, il Nasdaq avanza dello 0,11% a 14,778.30 punti e lo S&P 500 registra un progresso dello 0,43% a 4,419.60 punti.

Il Pil statunitense è cresciuto del 6,5% nel secondo trimestre dell’anno. Il dato è inferiore alle attese degli analisti che si attendevano un rimbalzo dell’8,5% ma registra comunque una crescita sostenuta alimentata dal piano delle vaccinazioni e dagli stimoli economici. L’incremento del primo trimestre è stato rivisto al 6,3% dal 6,4% precedentemente comunicato.

L’economia a stelle strisce è tornata così sopra i livelli raggiunti prima della pandemia. A trainare la crescita sono stati soprattutto i consumi personali, balzati dell’11,8%. Continua la tensione sui prezzi, con il relativo indice che mostra un incremento del 6,1% in ulteriore accelerazione rispetto al +4,3% registrato nei primi tre mesi dell’anno.

I dati forniti dal dipartimento del Commercio di Washington mostrano che nel 2020 l’economia statunitense si è contratta del 3,4% invece che del 3,5% stimato in precedenza. Il dato resta comunque il peggiore dal 1946. Tra il 2015 e il 2020, la locomotiva Usa ha corso a un tasso annuale medio dell’1,1%. Gli economisti si attendono per quest’anno una crescita del 7%, che rappresenterebbe la miglior performance dal 1984.

Complessivamente la contrazione è stata del 19,2% dal suo picco nel quarto trimestre 2019 fino al secondo trimestre 2020. Si tratta del crollo piu’ ampio dal 1947. Ma anche il ritmo della ripresa è stato da record: il recupero è valso un +18,3% tra il secondo e il quarto trimestre dell’anno scorso.

Domani l’attenzione si concentrerà sulla lettura di giugno dell’indice dei prezzi della spesa per consumi personali, il principale indicatore dell’andamento dell’inflazione della Fed.

A trainare i guadagni a Wall Street anche una serie di solidi risultati trimestrali. Complessivamente, delle 195 società dell’S&P 500 che hanno riportato guadagni del secondo trimestre finora, quasi il 91% ha battuto le stime, secondo Refinitiv.

Amazon ha chiuso il secondo trimestre con l’utile in crescita a 7,8 miliardi di dollari dai 5,2 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno ma le previsioni dei ricavi hanno deluse le attese di mercato. Il colosso dell’e-commerce ha riportato profitti di 15,12 dollari per azione, 4,82 dollari in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando la società ha registrato un utile per azione di 10,30 dollari. I ricavi sono saliti a 113,08 miliardi di dollari da 88,91 miliardi di dollari dell’anno precedente. Gli analisti si aspettavano in media 115,20 miliardi di dollari. Il gruppo prevede per il trimestre in corso ricavi tra 106 e 112 miliardi, o una crescita tra il 10% e il 16%, inferiore alle attese degli analisti di 118,90 miliardi. Il titolo è arrivato a perdere il 5% nelle contrattazioni after hours.
Facebook ha perso il 4% dopo l’avvertimento di un possibile rallentamento della crescita dei ricavi nella seconda metà dell’anno.

Da segnalare il debutto deludente per Robinhood, una delle quotazioni più attese dell’anno a Wall Street: il titolo è sceso sotto il prezzo di offerta pochi istanti dopo l’esordio sul Nasdaq.

Le azioni della piattaforma che permette di acquistare titoli senza commissioni, al centro del fenomeno dei “meme stock” sono scese del 5% a 36,07 dollari, negli scambi iniziali dopo un’apertura a 38 dollari, che corrisponde a una valutazione di 31,75 miliardi di dollari. Il titolo è arrivato a perdere fino al 10% nel corso della seduta per poi chiudere in calo di oltre l’8%.

L’azienda rivelazione nel settore della tecnologia finanziaria ha valutato l’Ipo nella parte bassa della forchetta di prezzo, che va dai 38 ai 42 dollari, e ha raccolto 2,1 miliardi di dollari.

 

 

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