Da Tesla a Smic, a Shanghai riaprono le prime big tech

Da Tesla a Smic, a Shanghai riaprono le prime big tech

19. 04. 2022 Off Di admin

AGI – Grandi imprese tecnologiche e industriali come il produttore di veicoli elettrici statunitense Tesla e il gigante cinese dei semiconduttori Smic figurano tra le 666 aziende che le autorità di Shanghai hanno autorizzato a riprendere la produzione, dopo il lockdown imposto dai nuovi contagi da Covid-19. Secondo il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, la Commissione di economia e tecnologia dell’informazione – responsabile dello sviluppo industriale nella megalopoli orientale – ha pubblicato la lista venerdì scorso, in cui spiccano aziende di settori chiave come i chip, l’energia e l’automobile.

Con questo sistema, spiega la pubblicazione, il governo locale sceglierà le imprese di diversi settori per la loro importanza strategica e le esenterà da alcune restrizioni in modo che possano riprendere le loro attività, fermate dai rigidi confinamenti dettati dalla fine di marzo nella città di fronte alla sua peggiore epidemia di Covid-19, causata dalla variante omicron. 

Tuttavia, Shanghai richiederà alle aziende interessate di operare in un “circuito chiuso”, con misure come il confinamento dei lavoratori nelle fabbriche per evitare che abbiano contatti con il mondo esterno e ridurre cosi’ il rischio di contagio tra i lavoratori. “Come facciamo uscire i nostri lavoratori (confinati) dalle loro case, come gestiamo la nostra logistica, come assicuriamo forniture stabili, come rispondiamo ai clienti sulla pianificazione degli ordini, come veniamo pagati? Tutti questi problemi presentano difficoltà”, ha detto il capo di una società farmaceutica quotata in borsa al quotidiano economico locale Shanghai Securities News.

Inoltre, non avendo abbastanza spazio in fabbrica per ospitare tutti i loro lavoratori, alcune fabbriche dovranno ridurre la capacità. Ming-Chi Kuo, analista di TF International Securities, ha detto che la ‘Gigafactory’ di Tesla – che l’anno scorso ha prodotto quasi la metà delle unità vendute a livello globale – dovrà ridurre le sue operazioni da due turni a uno, tagliando la sua produzione, che a febbraio aveva superato i 56.500 veicoli, a circa 25.000 o 30.000 unità. Secondo questo esperto, e’ improbabile che la casa automobilistica statunitense riprenda la normale capacità di produzione prima di metà maggio al più presto.

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