Il Covid ferma la missione di Draghi per affrancare l’Italia dal gas russo

Il Covid ferma la missione di Draghi per affrancare l’Italia dal gas russo

19. 04. 2022 Off Di admin

AGI – Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, risultato positivo al Covid-19 e asintomatico, non potrà partecipare alla missione in Angola e in Congo dei prossimi giorni. Saranno il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e quello della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a rappresentare il governo nei due Paesi africani.

Un viaggio che rientra nella strategia di Palazzo Chigi per affrancare l’Italia dalla dipendenza del gas di Mosca a seguito del conflitto in Ucraina e che arriva dopo gli accordi siglati con l’Algeria e l’Egitto nelle scorse settimane. Draghi trascorrerà il periodo di quarantena nella sua casa di Città della Pieve. “Ci siamo un po’ stupiti perché non lo abbiamo visto a messa per Pasqua”, ha detto ieri il sindaco, Fausto Risini a Rai Radio 1. “Non ha sintomi, mi auguro che si rimetta rapidamente perché la sua presenza a Roma è indispensabile in questo momento”, ha aggiunto.

E nella Capitale proseguono le polemiche per la permanenza alla presidenza della commissione Esteri di Palazzo Madama del senatore del Movimento 5 stelle Vito Petrocelli. Italia viva, con la senatrice Laura Garavini, e’ tornata a ribadire che “continuerà a fare da ‘pungolo’ affinché Petrocelli dia le dimissioni. Trovo che sia molto attaccato alla poltrona. La commissione Esteri – ha sottolineato – si trova in uno stato di totale immobilità in una fase in cui serve grande attenzione da parte di tutte le forze politiche”.

Una stasi “indecente” nel momento in cui è necessaria la “ferma condanna” di questa guerra, ha concluso Garavini. Soddisfazione, invece, arriva dai partiti per la riapertura dell’ambasciata italiana a Kiev. Una scelta, ha affermato Roberta Pinotti del Partito democratico, “che sottolinea ulteriormente la vicinanza e solidarietà dell’Italia al popolo dell’Ucraina”.

Per Deborah Bergamini, sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento, il ritorno alla piena attività dell’ambasciata a Kiev “conferma che per l’Italia l’unica via per la risoluzione della guerra è quella diplomatica”. 

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