Dopo 27 anni Jeff Bezos lascia la guida di Amazon

Dopo 27 anni Jeff Bezos lascia la guida di Amazon

04. 07. 2021 Off Di admin

AGI – Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo, inizia una nuova fase della sua carriera dopo aver costruito un colosso globale da una modesta libreria online, Amazon. A 57 anni, domani l’uomo d’affari lascerà il posto di ceo al suo luogotenente Andy Jassy per dedicarsi ad altri progetti, a cominciare dal viaggio nello spazio programmato per il 20 luglio. Bezos tuttavia manterrà un ruolo chiave nella società che ha fondato 27 anni fa rimanendo presidente esecutivo del consiglio di amministrazione. 

Lodato per le tante innovazioni che hanno cambiato interi settori economici, Bezos è stato anche duramente criticato per alcune pratiche commerciali anticoncorrenziali o per il trattamento dei suoi dipendenti. Che si tratti di vendita di libri, cloud computing o consegna a domicilio, “Bezos è un leader che guida il cambiamento”, afferma Darrell West, del Center for Technology Innovation presso la Brookings Institution.

“Ha dato impulso a molti servizi che le persone ora danno per scontati, come lo shopping online, le ordinazioni e le consegne”, osserva. Tutto è iniziato nel garage di Jeff Bezos, che si occupava personalmente dei pacchi, e ora Amazon vale più di 1.700 miliardi di dollari in Borsa e nel 2020 ha generato un fatturato di 386 miliardi di dollari. È un gruppo tentacolare, dall’e-commerce, al cloud computing, ai generi alimentari, dall’intelligenza artificiale alla produzione cinematografica.

Bezos “ha l’istinto di trovare ciò che funzionerà” nel mercato del futuro, ha affermato Roger Kay, analista di Endpoint Technologies Associates. L’azienda ha soppiantato i suoi rivali scegliendo i primi anni di “reinvestire tutti i profitti nella crescita”, ricorda Kay. Una strategia che a volte ha lasciato perplessi gli investitori ma che ora “appare del tutto logica”, sottolinea.

Per Bob O’Donnell di Technalysis Research, Jeff Bezos “non è stato il primo o l’unico” nella nicchia del business online “ma lui lo ha capito meglio di tutti e ha lavorato per migliorarlo”. Il numero uno di Amazon ha “compreso l’importanza di avere infrastrutture”, sia che si tratti della vasta rete di magazzini sia della flotta di camion, osserva O’Donnell. “Molte altre aziende non volevano spendere soldi per questo tipo di lavoro dietro le quinte”. La fortuna dell’azienda è stata anche la sua: anche dopo aver ceduto parte delle sue azioni di Amazon all’ex moglie dopo il divorzio, Jeff Bezos ha un patrimonio di circa 200 miliardi di dollari secondo la rivista Forbes.

Ora rinuncerà alla gestione quotidiana della sua azienda per dedicare più tempo ad altri progetti come l’altra società Blue Origin, che effettuerà il primo volo di turismo spaziale il 20 luglio con lo stesso Bezos a bordo. L’imprenditore possiede anche il quotidiano Washington Post e ha dichiarato di voler dedicare tempo e denaro alla lotta al cambiamento climatico. 

Lascia anche perché Amazon, che impiega più di 800.000 persone negli Stati Uniti dopo aver visto le attività aumentare durante la pandemia, viene criticata per il trattamento dei dipendenti e dalle autorità di regolamentazione.
Amazon si difende dicendo che la paga oraria minima è di 15 dollari oltre a vari benefici, ma i critici denunciano l’ossessione per l’efficienza e il fato di trattare i dipendenti come macchine. Nell’ultima lettera agli azionisti ad aprile, e dopo il tentativo fallito di realizzare un magazzino del suo gruppo in Alabama, Bezos ha riconosciuto che il gruppo doveva fare di più per i suoi dipendenti impegnandosi che Amazon sarebbe diventato “il miglior datore di lavoro sulla Terra”.

Preoccupati per il crescente controllo su interi settori dell’economia, le autorità di regolamentazione stanno prendendo in considerazione misure per ridurre le dimensioni di Amazon. Di conseguenza il colosso potrebbe quindi diventare “vittima del proprio successo”, afferma Kay. Anche se il gruppo dovesse essere spacchettato in diverse entità, ognuna di esse “prospererà nel proprio mercato”, prevede l’analista. “Posso facilmente immaginare uno scenario in cui la somma delle parti risulta essere maggiore del tutto unito. Gli azionisti non dovrebbero soffrirne”, assicura. 

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