Draghi ai partiti della maggioranza: “Se uniti andiamo avanti fino in fondo”

Draghi ai partiti della maggioranza: “Se uniti andiamo avanti fino in fondo”

17. 04. 2022 Off Di admin

AGI – “Il governo ha fatto tanto, ora avanti senza dividerci”. Lo dice il premier Mario Draghi in un’intervista al “Corriere della Sera”.

Quanto ai distinguo degli altri partiti all’interno della maggioranza di governo, Draghi rivolge piuttosto un messaggio ai partiti stessi: “Non sentitevi in una gambbia, progettate il futuro con ottimismo e fiducia non con antagonismo e avversità. Guardate ai successi che avete ottenuto in una situazione molto difficile. Ci sono tutte le ragioni per essere fiduciosi. Lo stesso incoragiamento rivolgo anche a tutti gli italiani”.

Quanto alle voci sul fatto che sia stanco delle liti e possa dire addio, Draghi ribatte: “Non sono stanco e non ho alcuna intenzione del genere. Ho però l’intenzione di governare, affrontare le emergenze secondo il mandato che il presidente della Repubblica mi ha dato. Questo è decisivo. Non bisogna governare per il potere fine a sè stesso. Tra l’altro, chi lo fa perde potere. Bisogna governare per fare le cose che servono all’Italia”.

Quanto alla differenza tra quando era al timone dlela Bce e ora a palazzo Chigi, il premier sottolinea che “anche in quel caso la situazione era molto complessa, e le decisioni erano comunque di un collettivo. Qui i fronti sono però di una varietà straordinaria e il numero delle sfide è maggiore. È tutto un altro lavoro, dove però l’esperienza che ho acquisito in passato aiuta tanto”.

E anzi, ora, “incontro tente persone che mi incoraggiano. Il rapporto con i cittadini è l’aspetto migliore di questo lavoro – è molto bello, confortante, affettuoso”.

Infine, Draghi esclude la possibilità di essere eletto alle prossime elezioni. “È estraneo alla mia formazione e alla mia esperienza. Ho molto rispetto per chi si impegna in politica e spero che molti giovani scelgano di farlo alle prossime elezioni, alle quali intendo tuttavia partecipare come ho sempre fatto: da semplice elettore”. 

“Non siamo in recessione, ma c’è un rallentamento nei primi due trimestri di quest’anno – ha aggiunto il premier –  molto dipenderà dall’andamento della guerra, ma proprio per questo la determinazione del governo è massima”.

Per quanto riguarda il costo delle bollette, il presidente del Consiglio ha ricordato che sono già stati spesi 20 miliardi ma che “è nostra intenzione fare di più per proteggere imprese e cittadini, sopratutto i più vulberabili. Il nostro obiettivo economico è preservare la crescita e l’occupazione”.

Per quanto riguarda l’energia, “la ricerca di approvigionamenti di gas e di altre fonti di energia oggi è come la campagna vaccinale l’anno scorso: saremo altrettanto determinati”.

Ho provato a fermare Putin

“Nella telefonata gli ho detto che lo chiamavo per parlare di pace, ho insistito ‘Decidete un cessate il fuoco’. Mi ha risposto: ‘I tempi non sono maturi'”. Così il premier Mario Draghi riferisce della sua telefonata con Putin di pochi giorni fa.

“Ci siamo salutati con l’impegno di riserntirci entro pochi giorni. Poi è arrivato l’orrore di Bucha. Comincio a pensare che abbiano ragione coloro che dicono: è inutile che gli parliate, si perde solo tempo”.

Secondo Draghi, “finora c’è stata una grande unità in Europa e in Occidente, e questa è un’altra delle cose inattese: certamente Putin non si aspettava l’unità della Nato e dell’Unione Europea. Tra l’essere soddisfatti per la determinazione e l’unicità che si sono mostrate finora e l’essere preoccupati per il futuro, io penso che debba prevalere il primo aspetto”.

Quanto al gas, “la proposta italiana di un tetto al prezzo sta guadagnando consensi e sarà discussa al prossimo Consiglio europeo sulla base di un documento generale prpearato dalla Commissione”.

Un tetto al prezzo del gas, spiega Draghi, “sarebbe un modo per rafforzare le sanzioni e al tempo stesso minimizzare i costi per noi che le imponiamo. Non vogliamo più dipendere dal gas russo, perché la dipendenza economica non deve diventare sudditanza politica”.

Per questo bisogna “diversificare le fonti di energia e trovare nuovi fornitori”. 

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