Gas senza freni, sfonda la soglia dei 300 euro al megawattora

Gas senza freni, sfonda la soglia dei 300 euro al megawattora

24. 08. 2022 Off Di admin

AGI – Il prezzo del gas sfonda il tetto dei 300 euro al megawattora al Ttf di Amsterdam, il mercato di riferimento per l’Europa, e materializza lo spettro di un inverno fatto di restrizione dei consumi energetici nel Vecchio Continente. Con il conseguente rischio di veder rallentare alcune filiere produttive, visti i costi elevati, aprendo le porte ad una possibile recessione.

Dopo la fiammata fino a 302 euro per MWh nel corso delle contrattazioni il prezzo al Ttf ha chiuso a 290,9, segnando un nuovo picco al termine della seduta, ben superiore ai 276 di lunedì.

Era dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che il prezzo del gas naturale non raggiungeva questo livello nell’intraday, il 7 marzo si era spinto fino al punto massimo di 345 euro al MWh, per poi riscendere attestandosi nelle scorse settimane attorno ai 200 euro.

All’inizio del 2021, dopo le fasi piu’ dure della pandemia di Covid, con la contrazione di molte attivita’ economiche, i contratti si attestavano poco sopra i 25 euro al megawattora. I future dei prossimi mesi, al momento, viaggiano su prezzi molto alti: 298 a novembre e 297 a dicembre, con una discesa molto lenta a 257 solo a partire da giugno 2023.

Le tensioni sul prezzo sono ripartite venerdì scorso, dopo l’annuncio di Gazprom del nuovo stop per manutenzione dal 31 agosto al 2 settembre di un compressore del Nord Stream, il gasdotto che rifornisce l’Europa con il flusso proveniente dalla Russia. Che segue la riduzione della fornitura al 30% della capacita’ dell’impianto, tra lavori e tensioni geopolitiche. 

Dietro alle motivazioni tecniche sulle riparazioni del gasdotto – la riparazione di uan turbina si trascina da mesi con il pezzo riparato in Canada e ora fermo in Germania – si staglia l’ombra della contesa politica tra Russia, Europa e Stati Uniti per il conflitto in Ucraina. Con Mosca che secondo alcuni analisti potrebbe usare lo strumento della riduzione delle forniture di gas all’Europa per rispondere alle sanzioni economiche imposte dall’Occidente.

Nel frattempo i singoli Paesi Ue, dopo aver varato un piano di riduzione volontaria dei consumi del 15% per rendersi maggiormente indipendente dalle forniture russe, stanno approntando i piani nazionali per il risparmio energetico.

Il piano risparmi varato da Berlino

Oggi la Germania ha annunciato un programma che prevede dal 1 settembre il limite al riscaldamento negli edifici pubblici a 19 gradi, con corridoi, spazi comuni di transito e foyer lasciati senza termosifoni. Durante la notte, invece, le insegne non necessarie delle attività commerciali verranno lasciate spente. Non è ancora austerity ma gli somiglia.

I progetti dell’Italia

Anche il governo di Mario Draghi sta lavorando ad un documento, che dovrebbe arrivare entro i primi di settembre, con misure analoghe di riduzione termica. L’Italia ha bisogno di rimpiazzare 30 miliardi di gas provenienti dalla Russia. La maggior parte, 25 miliardi, derivano da accordi stipulati in quesi mesi con altri Paesi, in particolare in Africa. Gli altri 5 miliardi saranno compensati da un maggior ricorso alle fonti rinnovabili e da misure di risparmio termico.

Nelle scorse settimane il ministro della Transizione Energetica, Roberto Cingolani, ha parlato di una ipotesi di riduzione di 1 grado dei riscaldamenti, quindi con il tetto a 19, e taglio di un’ora della durata per edifici pubblici e abitazioni private. Un documento che basava i calcoli sul gas ad un prezzo medio di 205 MWh, ben al di sotto del picco attuale. Quale che sia il piano, l’attuazione spettera’ presumibilmente al prossimo governo.

Oggi Draghi al Meeting di Rimini è tornato sulla sua proposta di un price cap europeo. “Il governo italiano ha spinto molto a livello europeo per avere un tetto massimo al prezzo del gas russo che importiamo. Alcuni Paesi continuano a opporsi a questa idea, perche’ temono che Mosca possa interrompere le forniture“.

Il premier sottolinea: “I frequenti blocchi nelle forniture di gas russo avvenuti quest’estate hanno dimostrato i limiti di questa posizione. Oggi l’Europa si trova con forniture incerte di gas russo e anche prezzi esorbitanti. La Commissione è al lavoro su una proposta che sarà presentata al prossimo Consiglio Europeo”

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