Gualtieri: “Il piano dell’Italia sarà ambizioso”

Gualtieri: “Il piano dell’Italia sarà ambizioso”

12. 09. 2020 Off Di admin

AGI- L’Europa si è mossa compatta per far fronte alla crisi scatenata dal coronavirus e l’Italia lavora duramente e assicura un piano “molto ambizioso per la ripresa”. Lo ribadisce il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, questa volta in una cornice europea: l’occasione è stata offerta dall’Eurogruppo e dall’Ecofin nelle sessioni informali di Berlino. 

I ministri economici sono tornati a riunirsi, dopo la pausa estiva e di nuovo in presenza, per fare il punto sulla situazione e dettare l’agenda della ripresa. Intanto, la Francia va in pressing sul Mes.

Piano Italia sarà ambizioso

L’Italia lavora “molto duramente” e presenterà “un piano molto ambizioso per la ripresa”, ha detto Gualtieri arrivando a Berlino. “L’impatto della crisi è stato duro, il calo del Pil forte, ma vediamo segni di ripresa e sappiamo che l’Europa è stata all’altezza della crisi e ha fatto quello che serviva per rispondere alla pandemia”. Prossimo obiettivo “implementare il Next generation Eu, finalizzare la procedura legislativa”.

Le Maire va in pressing sul Mes

In un briefing con la stampa, a margine dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, va in pressing su un tema caldo per l’Italia: il Meccanismo europeo di stabilità.

“Sull’Unione bancaria – dice ai giornalisti – abbiamo definito un calendario di lavoro molto chiaro, con un nuovo trattato Mes a novembre che ci permette di rendere il backstop operativo da fine 2021. E’ la prima cosa che abbiamo calendarizzato”.

Il backstop rappresenta un punto cardine della riforma del trattato istitutivo del Mes, al palo per le perplessità espresse dal governo italiano.

“Spero che questa crisi economica – dice Le Maire arrivando all’Eurogruppo – permetta di dare una nuova spinta a questi progetti. Abbiamo aspettato e discusso troppo a lungo. Ora è tempo di decidere“.

Il Meccanismo europeo di stabilità è stato tra i temi discussi tanto che il presidente dell’Eurogruppo e ministro delle Finanze Irlandese, Paschal Donohoe, in conferenza stampa evidenzia “il modo esemplare con cui il ministro Gualtieri ha rappresentato gli italiani, per conto del suo governo, puntando a tutelare le loro necessità sanitarie da un punto di vista economico e assicurando che il loro punto di vista fosse rappresentato nel dibattito”.

Donohoe ha detto di comprendere “molto bene l’importanza di questa questione, lavorerò con il ministro Gualtieri e tutti i ministri dell’Eurogruppo per capire come possiamo fare progressi”. 

Attenzione ai tempi di rimozione degli aiuti

Sarebbe rischioso rimuovere le misure di sostengo ai paesi colpiti dalla pandemia di coronavirus “troppo presto o troppo tardi”, sottolinea il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

“Se calcoliamo male i tempi” si rischia di “danneggiare le economie europee”.

Anche per il presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde “le misure di sostegno all’economia devono restare fino a quando la crisi non sarà finita”. 

Il patto di stabilità tornerà, ma servono regole chiare

Altro tema affrontato durante la riunione informale è il ritorno al Patto di Stabilità. Secondo la numero uno della Bce deve essere “meno pro-ciclico, meno oscuro e più comprensibili alla gente”. Di tempistiche non si è discusso, afferma Gentiloni assicurando però che “il prossimo anno manterremo il sostegno di Bilancio le regole sulla sospensione”. 

In merito poi alla sospensione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità, essa “è stata usata per la prima volta in questa crisi. Le regole dicono che si può disattivare in caso di severa recessione che affligge tutte le economie. Al contrario quindi può essere riattivata quando questa severa recessione che affligge tutti sarà finita”.

Lagarde e Gentiloni, livelli pre crisi non prima del 2022

I livelli pre crisi non si raggiungeranno prima del 2022. Su questo concordano sia Lagarde sia Gentiloni. “In base alle nostre stime non torneremo alla situazione pre-Covid prima della fine del 2022”, sottolinea Lagarde aggiungendo che la ripresa osservata nel terzo trimestre è “irregolare, incompleta e asimmetrica”, dopo un “catastrofico” secondo trimestre, ed è “circondata da molta incertezza, sugli sviluppi del mercato del lavoro, sui problemi di liquidità delle aziende e dalla seconda ondata di Covid-19”. 

Su criptovalute: solo Bce emette moneta

Da Berlino arriva poi un segnale molto forte di unità sulle criptovalute.

Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda chiedono in un comunicato congiunto norme precise e stabili sulla materia e “di proibire, in caso, quelli che non soddisfano tutti i prerequisiti”.

Secondo i cinque stati membri il quadro normativo deve servire a due priorità cruciali: da un lato preservare la nostra sovranità monetaria e affrontare i rischi per la politica monetaria, e dall’altro proteggere i consumatori dell’Ue”.

Un concetto espresso all’unisono da Gualtieri e Le Maire è che “la prerogativa di emettere valuta è della Banca centrale”.

Secondo il ministro francese, “questo è qualcosa che non può essere messo a rischio da nessun progetto, compreso Libra”, la criptovaluta di Facebook.

I trattati sulla Brexit vanno rispettati

Si torna poi a parlare di Brexit. In merito al disegno di legge britannico che mette in discussione alcuni degli impegni sull’uscita dall’Ue del Regno Unito i ministri riuniti a Berlino storcono il naso.

“I trattati devono essere rispettati”, tuona il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz insistendo sul fatto che “è chiaro che tutti devono attenersi a quanto già concordato”.

Anche il ministro delle Finanze irlandese, Paschal Donohoe, evidenzia che il rispetto dei trattati è “una precondizione per come potrebbe apparire un futuro rapporto”.

“L’intero processo di negoziazione mi ricorda un po’ il film “Un giorno senza fine”, dove l’eroe si sveglia ogni mattina e vive lo stesso giorno più e più volte”, dice poi il ministro delle finanze austriaco Gernot Blumel.

“Ogni volta che si fanno progressi, a un certo punto, è sempre il Regno Unito che non vuole mantenere le sue promesse”, prosegue affermando che “a un certo punto la parte britannica dovrò considerare quanto seriamente prenda l’intera questione”. 

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