I temi sul tavolo del bilaterale tra Meloni e Zelensky

I temi sul tavolo del bilaterale tra Meloni e Zelensky

09. 02. 2023 Off Di admin

AGI – Il presidente ucraino Zelensky dopo la visita a Londra dal primo ministro britannico Sunak e il vertice all’Eliseo con il presidente francese Macron e il Cancelliere Scholz, vedrà anche il presidente del Consiglio Meloni. Il faccia a faccia, in vista della visita a Kiev prima del 24 febbraio, è previsto a margine del Consiglio europeo che si occupa, oltre che del sostegno all’Ucraina, anche del dossier sull’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato e del dossier sui migranti.

A illustrare le posizioni del governo oggi è stato il ministro per gli Affari Ue Fitto. Il confronto tra i Paesi Ue sarà innanzitutto sulla proposta della Commissione Ue, sponsorizzata dalla Germania, di modificare le norme sugli aiuti di Stato in risposta al piano di Biden.

“Rischia – ha sottolineato Fitto – di essere pericolosa perché da una parte potrebbe alterare la tenuta del mercato interno europeo e dall’altra parte di non dare risposta unitaria ne’ ai provvedimenti americani ne’ in modo paritario a livello europeo perché ci sono Paesi “con più capacità fiscale” che sono in grado “d’intervenire con maggiore forza”.

L’Italia è cauta, punta piuttosto al riallineamento dei tre programmi (Pnrr, coesione e Repower Eu) per avere maggiore flessibilità sull’utilizzo dei fondi”. È questa la prima richiesta che avanza Roma, quella di specificare nero su bianco l’apertura arrivata da Bruxelles. L’altro ‘step’ è l’ipotesi del fondo sovrano, “su cui c’è una sollecitazione forte che la commissione Ue presenti una proposta entro l’estate“.

In apertura dei lavori del Consiglio Europeo è previsto il consueto saluto del presidente del Parlamento Europeo, Metsola. Poi ci saranno le sessioni di lavoro. Riguardo alla crisi ucraina i 27 leader riaffermeranno la condanna della guerra di aggressione russa a Kiev e il pieno sostegno europeo per tutto il tempo necessario, nelle dimensioni politica, economica, militare, finanziaria, umanitaria.

L’Ue, insomma, rimane impegnata a sostenere l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, e al tempo stesso non intende indietreggiare nella pressione su Mosca affinché ponga fine alla guerra e ritiri le truppe dall’Ucraina. L’Italia – come ha sempre spiegato la premier – aderisce in modo pieno e convinto allo sforzo europeo e internazionale a sostegno di Kiev a 360 gradi, e dei valori delle democrazie liberali occidentali.

Del resto il governo italiano sta assicurando assistenza militare a Kiev e ha prorogato fino alla fine del 2023 l’autorizzazione alla cessione di beni militari. Ed è stato inoltre finalizzato il VI pacchetto di assistenza militare. L’Italia inoltre contribuisce anche all’assistenza finanziaria e alla ricostruzione, ed è determinata a mantenere le misure sanzionatorie fondamentali per accelerare la fine del confitto.

Sul dossier legato alle norme sugli aiuti di Stato l’obiettivo del Consiglio europeo è dare un segnale concreto di sostegno alle imprese europee, reso urgente sia dall’impatto della guerra in Ucraina sull’economia, sia anche dall’Inflation Reduction Act americano. Per l’Italia la necessità è che vengano mantenute la parità di condizioni e salvaguardato il Mercato Unico.

Occorre inoltre – il ‘refrain’ nel governo – che i fondi europei e gli strumenti finanziari esistenti vengano utilizzati in maniera più flessibile, con una piena mobilizzazione dei fondi disponibili. In prospettiva, è fondamentale mobilitare nuovi fondi, come un Fondo Sovrano Europeo a sostegno degli investimenti in aree strategiche. Così come è fondamentale – la posizione del governo – il rafforzamento e la protezione delle catene di approvvigionamento europee, a tutela della sovranità economica, industriale e tecnologica.

Meloni in Europa ha cercato di tessere la tela in vista della riunione di oggi e venerdi’. È stata a Stoccolma per incontrare il primo ministro Ulf Kristersson e a Berlino per un bilaterale con il cancelliere Scholz. E ha sentito al telefono il presidente france Macron, il premier spagnolo Sanchez, il primo ministro olandese Rutte, il cancelliere federale austriaco Nehammer e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis.

Ma il presidente del Consiglio si giocherà la partita anche sulla necessità di arrivare al più presto a un piano Ue sull’immigrazione. Dovrebbe arrivare durante la presidenza spagnola dell’Ue, non con quella svedese. Intanto il governo è pronto a sottolineare il riconoscimento da parte delle istituzioni europee della necessità di difendere i confini ‘marittimi’. Nella bozza delle conclusioni – ha rimarcato Fitto – ci sono passaggi sulla dimensione esterna dell’Ue, sulla necessita’ di “superare la contrapposizione nella valutazione tra gli arrivi primari e secondari”, di “cercare di avere una visione unica”.

Occorre – ha aggiunto – “comprendere bene la differenza che c’e’ tra profughi e migranti economici, capire che ci sono diversi approcci tra che gestisce fenomeno migratorio da terra e chi lo deve gestire via mare“. “Immaginare una soluzione complessiva, come emerge da questi primi momenti di confronto internazionale, è un fatto assolutamente positivo”, ha detto ancora il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr.

Dopo poco più di un anno la migrazione, su impulso italiano, è tornata nell’agenda del Consiglio Europeo. Per l’Italia la migrazione – questa la posizione dell’esecutivo – è una sfida europea e come tale richiede con urgenza soluzioni europee.

È necessaria – il ragionamento – un’azione efficace dell’Ue nella gestione dei flussi migratori, a partire dal contrasto di quelli illegali, dal miglioramento dei rimpatri, e dalla cooperazione con i Paesi di origine e di transito per ridurre la pressione ai confini europei. Inoltre per Roma occorrono finanziamenti adeguati per la gestione del fenomeno migratorio e va riconosciuta a livello europeo la specificità dei confini marittimi rispetto a quelli terrestri. Infine è necessario – questa la tesi – lavorare quanto prima un quadro di cooperazione che regoli le operazioni di ricerca e soccorso, realizzando cosi’ una cornice europea per le attività delle Ong.

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