Il coronavirus e la guerra del petrolio mandano a picco i mercati mondiali

Il coronavirus e la guerra del petrolio mandano a picco i mercati mondiali

09. 03. 2020 Off Di admin

Coronavirus e tonfo dei prezzi del petrolio gettano nel panico le Borse mondiali: tutti i listini dall’Asia, all’Europa fino all’Australia segnano pesanti perdite.

In apertura Wall Street èstata sospesa per il crollo a -7%. Il greggio mette a segno il peggior risultato dalla guerra del Golfo del 1991 dopo il mancato accordo tra Opec e Russia per un nuovo taglio della produzione e dopo che l’Arabia Saudita ha lanciato una vera e propria guerra dei prezzi decidendo unilateralmente di abbassarli, ai minimi dagli ultimi 20 anni.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi apre con una fiammata oltre 218 punti, ai massimi da agosto 2019. Balza ai massimi dal 2012 invece il prezzo dell’oro, bene rifugio per eccellenza: il metallo prezioso vola a 1.704,3 dollari. Cala anche il rendimento dei bund tedeschi, di 13 punti base. L’euro si attesta ai massimi da gennaio 2019 sfiorando quota 1,15 dollari, anche lo yen si rafforza toccando il top dal 2016.

Intanto la Banca di Francia abbassa le stime di crescita e  in Giappone si affaccia il rischio recessione con un Pil rivisto al ribasso nel trimestre ottobre-dicembre. La Germania mette in campo misure economiche per contrastare l’imminente crisi e anche il governo italiano metterà a punto nel Cdm di mercoledì misure a favore di lavoro e imprese. Oltreoceano, la Fed prende provvedimenti: immetterà 150 miliardi di dollari al giorno nel mercato valutario.

Borse europee e asiatiche in profondo rosso

I mercati europei, dopo aver aperto con perdite fino all’8%, viaggiano ancora in forte calo. Londra perde il 6,60%, Francoforte il 7%, Parigi cede il 6,94%. La peggiore è Piazza Affari con il Ftse Mib che scende del 10%. La Consob specifica in una nota che la borsa di Milano non è vittima di attacchi speculativi e la sospensione delle contrattazioni non è auspicabile.

I mercati azionari cinesi sono in linea con i principali mercati asiatici: a Hong Kong, l’indice Hang Seng è sceso del 4,23% a 25.040,46 punti. Nella Cina continentale, l’indice composito della Borsa di Shanghai cede il 3,01% a 2.943,29 punti. La Borsa di Shenzhen si flette del 3,79% a 1.842,66 punti. Il Nikkei alla Borsa di Tokyo chiude con -5,07% collocandosi a 19.698,76 punti, cosa che non accadeva dal febbraio 2018.

La Francia rivede stime crescita e la Germania corre ai ripari

La Banca centrale francese rivede al ribasso le previsioni di crescita del primo trimestre per l’economia del Paese allo 0,1%, in calo rispetto al precedente 0,3%, a causa dell’espansione del coronavirus nel paese. Secondo l’indagine mensile condotta dalla Banque de France tra i dirigenti aziendali, si prevede ora un calo di attività nel mese di marzo sia nell’industria che nei servizi. 

Il governo tedesco vara invece una serie di misure per alleviare gli effetti del coronavirus sulle imprese.  La Grosse Koalition del cancelliere Angela Merkel, nel corso di una riunione andata avanti fino a tarda notte: l’ufficio Federale per l’impiego si assumerà il 60% della retribuzione netta che non percepiscono più i dipendenti delle aziende che devono ricorrere alla riduzione della giornata lavorativa. L’obiettivo è che non ci siano licenziamenti di massa o riduzioni degli organici.

Misure vigorose in Italia

Le misure economiche del Governo saranno “vigorose” ma comunque “limitate nel tempo”, specifica il Mef in una lunga nota in cui rileva che “le decisioni prese dal Governo negli ultimi giorni rientrano in una logica coerente, incentrata sul contenimento dell’epidemia COVID-19 e delle sue ricadute sulla salute degli italiani, sul sistema sanitario nazionale e sull’economia”.

Nella nota, il Mef sottolinea che “il Governo è convinto che, con un’azione vigorosa e tempestiva di contenimento e prevenzione e aumentando la conoscenza del fenomeno da parte dei cittadini, sia possibile abbassare il numero di contagi e ridurre la durata della fase più acuta dell’epidemia” spiega aggiungendo che “ciò è fondamentale non solo da un punto di vista sanitario ma anche da un punto di vista economico”.

Fed pompa il mercato valutario

La Federal Reserve aumenterà gli importi che inietta quotidianamente nel mercato monetario ad almeno 150 miliardi di dollari al giorno. Finora la Fed ha fornito almeno 100 miliardi di dollari al giorno. L’aumento dell’importo portato sui mercati proseguirà fino al 12 marzo per i prestiti overnight (repo).

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