Il ritorno del Borsalino 

Il ritorno del Borsalino 

30. 03. 2023 Off Di admin

AGI – Sei anni dopo la bancarotta del 2017, ritorno in grande stile per il mitico cappello Borsalino che il finanziere franco-italiano Philippe Camperio sta rilanciando sul mercato, rispolverando la mitica firma nata nel 1857. Un rilancio che punta a mantenere lo stile del cappello made in Alessandria – sede della storica fabbrica, nel Piemonte – e reso celebre in tutto il mondo da star del cinema quali Alain Delon e Humphrey Bogart.

A contraddistinguere il processo produttivo del Borsalino sono tecniche autentiche d’epoca rimaste invariate nel tempo: per fabbricare l’iconico modello in feltro sono necessarie sette settimane e 50 processi di lavorazione. Ad entrare in azione, sin dalla nascita del marchio, sono macchinari di legno datati 1888 che permettono di mescolare le materie prime accuratamente scelte, tra cui il pelo di coniglio importato da Belgio e Portogallo.

Questa materia prima, più morbida, consistente e malleabile rispetto alla lana, viene dispersa in una nube di vapore attraverso una strumentazione degli anni ’40 sopra un cono metallico in movimento, prima di essere cosparsa di acqua calda.

“Agli inizi, nel 1888, la nostra manifattura era all’avanguardia per i macchinari, mentre oggi siamo tra gli ultimi artigiani al mondo nella fabbricazione di cappelli fatti a mano”, ha raccontato Alessandro Mortarino, responsabile degli acquisti. In azione, oltre ai macchinari, ci sono le mani esperte di artigiane, come Daniela Fascia, che da 15 anni si applica a dare forma al modello Fedora con gesti rapidi e di precisione chirurgica. “I macchinari ci aiutano, ma il lavoro principale viene fatto a mano, rispettando la tradizione“, ha testimoniata Fascia. 

Il 4 aprile Borsalino festeggerà i 166 anni di esistenza e a rilanciare la sua immagine, il suo stile ci pensa Jacopo Politi, 44 anni, ex dipendente Chanel. “La sfida maggiore ora è dinamizzare e modernizzare la marca per catapultarla in un mondo colorato, giovane e spumeggiante, ma preservandone lo storico Dna”, ha spiegato il designer. Per il rilancio del brand, Borsalino ha dalla sua parte le tendenze che hanno rimesso in primo piano il cappello come accessorio indispensabile e di uso comune, un trend cominciato negli anni 2000, dopo decenni in cui è sostanzialmente rimasto chiuso negli armadi.

Accanto ai due grandi classici di lusso, in feltro e il panama di paglia, vengono prodotti nuovi modelli come i berretti, molto apprezzati da una clientela giovane e rispetto al passato sempre più femminile.

In effetti nell’ultimo periodo le vendite alla clientela femminile sono aumentate del 20 al 50% e l’obiettivo è raggiungere quota 60-65%. Il fatturato è in netta ripresa: dopo un calo degli acquisti del 50% nel 2020, a causa della pandemia, nel 2021 sono cresciuti del 25% e a quota 21,7 milioni di dollari nel 2022. Per il 2023, i vertici aziendali si aspettano un aumento del volume delle vendite del 20 al 25%.

Ogni anno vengono prodotti 180 mila Borsalino, che si vendono in media a 325 dollari l’unità con alcuni modelli di grande lusso, come il Panama Montecristi, il più caro di tutti poiché richiede sei mesi di lavorazione e costa 1.790 dollari. Il ricavato delle vendite serve anche ad appianare la critica situazione finanziaria dell’azienda, indebitata per 36,9 milioni.

Questo 4 aprile sarà un anniversario speciale per Borsalino, con l’inaugurazione ad Alessandria di un museo che esporrà 2 mila modelli tra i più emblematici, con la speranza di attirare turisti da tutto il mondo, contribuendo cosi’ a una seconda vita dello storico marchio Made in Italy. 

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