Immuni è stata scaricata un milione di volte. L’app funziona già 

Immuni è stata scaricata un milione di volte. L’app funziona già 

04. 06. 2020 Off Di admin

Un milione di download nei primi due giorni di Immuni. L’app è già in funzione, ma presenta al momento dei bug che però dipendono dai sistemi operativi, mentre per fare in modo che sia efficace servirà una vasta campagna di comunicazione che coinvolgerà tutti i media.

Il ministro Paola Pisano durante un’audizione alla Commissione Trasporti della Camera, ha presentato i primi risultati dell’app. E ha colto l’occasione per tagliare subito corto con le polemiche che in giornata hanno animato il dibattito politico sulle immagini di Immuni in cui si vedeva una mamma con in braccio un bambino, mentre il papà lavora al computer: “In effetti soprattutto in questo periodo di lockdown, il bambino in braccio doveva essere messo in braccio sia al padre che alla madre”, ha detto il ministro.

La protesta dei deputati della Lega: “Immuni alla democrazia”

L’audizione è cominciata con la protesta della Lega che ha abbandonato la commissione contestando la scelta di pubblicare l’app prima di sentire il parere dei parlamentari. I deputati del Carroccio hanno esposto manifesti su cui era scritto: “Siete immuni alla democrazia”.

Durante l’audizione la replica del ministro: “Dispiace molto che i deputati della lega abbiano deciso di non partecipare all’audizione”, ha commentato Pisano, “mi auguro che il dialogo prosegua. Pubblicare l’app lunedì non è stata una mossa a sorpresa, ma è stata una data dettata dai tempi che ci eravamo dati”.

App già in funzione, una settimana di sperimentazione

“Immuni è stata scaricata un milione di volte” nei primi due giorni, ha detto il ministro, ricordando che l’Italia “è stato il primo Paese europeo di grandi dimensioni a dotarsi di uno strumento del genere a livello nazionale”. L’app, fa sapere, è già in funzione. Il tracciamento quindi è già attivo: “è importante e utile dotarsi da adesso dell’app perchè”, ha spiegato Pisano, “già attualmente i codici alfanumerici anonimi o pseudoanonimizzati vengono scambiati tra i cellulari di chi ha scaricato Immuni quando questi entrano in una distanza ravvicinata”, di 2 metri per 15 minuti almeno, ha speghiato.

“Se alcuni dei soggetti contattati risulteranno in seguito positivi a tamponi su Covid-19, ciò consentirà a chi e stato vicino a loro di rivolgersi ai medici di medicina generale per ottenere le informazioni necessarie sul da farsi”.

A questo proposito ha precisato che il ministero della Salute si sta già adoperando per far fronte alle richieste di chi riceverà la notifica di esposizione al contagio; questi cittadini dovranno essere sottoposti a tampone. La sperimentazione di Immuni partirà l’8 giugno in quattro regioni (Liguria, Umbria, Marche e Puglia) e durerà una settimana.

I bug dell’app, Apple-Google “il sistema migliore”

L’app presenta al momento delle criticità, ha ammesso il ministro. “Ma non dipendono dall’applicazione”, ha spiegato, quanto a “problematiche dei sistemi operativi” e su queste le società interessate, Google e Apple, sono già al lavoro per trovare una soluzione. L’app al momento non funziona su dispositivi Android “precedenti al 2015”, e in “diversi modelli della società cinese Huawei”.

Immuni adotta il modello di tracciamento e notifica di esposizione fatto da Apple e Google, che comunque non hanno alcun accesso ai dati. Una scelta che Pisano rivendica come “la scelta piu’ inclusiva che potevamo fare” perchè, “qualsiasi altra soluzione non avrebbe potuto includere i cellulari Apple che sono molto diffusi nel nostro Paese. Non c’è al momento una soluzione tecnologica migliore di quella che abbiamo adottato”.

Ma, ha precisato, “ho già cambiato il modello in corsa quando mi sono accorta che ce n’era uno piu’ sicuro e piu’ rispettoso della privacy. Se qualcuno ha un modello migliore di quello Google-Apple sono pronta a cambiarlo di nuovo”.

In media le app di contact tracing sono state adottate dal 25% della popolazione, ha spiegato Pisano, ma è importante che Immuni sia scaricata dal maggior numero di italiani possibile. E per questo il suo dicastero ha previsto una vasta “campagna di comunicazione che durerà 4 mesi” e sarà “organizzata in tre fasi: il lancio nel mese di giugno, una fase di mantenimento a luglio, agosto e inizio settembre e una fase di recall all’avvio dell’autunno”.

Una campagna che coinvolgerà tutti i media nazionali e internazionali della tv, della carta stampata e i grandi colossi del web: “Tutti i soggetti coinvolti stanno mettendo a disposizione i propri spazi pubblicitari e i propri asset a titolo totalmente gratuito”, ha precisato. Immuni al momento non funziona all’estero, ma, spiega Pisano, “stiamo lavorando affinché ci sia piena interoperabilità con le app di contact tracing degli altri Paesei europei. Vogliamo garantire ai cittadini di muoversi liberamente in Europa”. 

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