Italia-Africa. Più di 5,5 miliardi per il Piano Mattei

Italia-Africa. Più di 5,5 miliardi per il Piano Mattei

29. 01. 2024 Off Di admin

AGI – “Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti operazioni a dono e garanzie”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, aprendo la conferenza Italia-Africa nell’Aula del Senato. Meloni ha aggiunto che dei 5,5 miliardi, “circa 3 miliardi arriveranno dal fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo. Certo, non basta – ha aggiunto – per questo vogliamo coinvolgere le istituzioni internazionali e altri stati donatori”. 

 

 L’Africa “avrà un posto d’onore nell’agenda italiana di presidenza del G7“, questa “è una “scelta di politica estera precisa”, ha sottolineato Meloni. “Siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri continenti sia interconnesso, e che è possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole”, ha aggiunto. 

 

Il vertice Italia-Africa è stato domenica sera dalla cena al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel salone delle Feste i leader di 25 paesi africani, il presidente del Consiglio Meloni, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, i vertici della Ue, Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel, il presidente dell’Unione africana Azali Assoumani, il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki, il vice segretario Generale delle Nazioni Unite Amina Jane Mohammed, la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva e 25 capi di Stato e di governo africani.

 

Al tavolo siedono circa 70 ospiti. Tra loro, i presidenti di Comore, Congo, Eritrea, Ghana, Guinea Bissau, Kenya, Mauritania, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Senegal, Somalia, Tunisia, Zimbabwe, i vicepresidenti di Benin, Burundi, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea Equatoriale, i primi ministri di Cabo Verde, Eswatini, Etiopia, Gibuti, Libia, Marocco, Sao Tomé e Principe, Uganda, i ministri degli Esteri di Algeria, Angola, Congo, Ciad, Egitto, Malawi, Madagascar, Ruanda, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Togo, Zambia, Sud Africa, gli ambasciatori di Botswana, Camerun, Mauritius, Lesotho, Namibia, Seychelles. Tra le organizzazioni multilaterali sono presenti: l’African Development Bank, l’Unione africana, l’European Bank for Reconstruction and Development, la Bei, i vertici della Ue, della Fao, di Ifad, Fmi, Oim, Irena, Oecd, il vicesegretario generale dell’Onu, i vertici di Unesco, Unhcr, Unicef, Unido, Undp, Unodc, World Bank. Come osservatore è stato invitato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano. 

Mattarella: “Un’amicizia salda e sincera unisce i nostri popoli”

“L’intendimento e l’auspicio sono quelli di poter realizzare, dopo il dialogo intenso avviato negli anni scorsi con le conferenze ministeriali Italia-Africa, un rapporto ancora più forte e strutturato tra il continente africano e il nostro Paese”. Con queste parole Sergio Mattarella ha rivolto il suo benvenuto al Quirinale ai capi di Stato e di governo africani e ai vertici delle organizzazioni internazionali riuniti a Roma per il vertice, “la vostra presenza qui stasera – numerosa e qualificata – conferisce espressione concreta all’amicizia, salda e sincera, che unisce i nostri popoli: la Repubblica Italiana ve ne è riconoscente. Si tratta di legami alimentati anche dalla presenza in Italia di numerose comunità di origine africana, che sono parte attiva e vitale della nostra società e che, con il loro prezioso lavoro, contribuiscono alla crescita economica e culturale del nostro Paese”.

 

“Ci sfidano cause comuni che vedono a rischio il valore della pace e, quindi, del destino dell’umanità”, ha continuato Mattarella, “esplorare lo straordinario potenziale di sviluppo delle relazioni tra Africa ed Europa sul terreno politico, per spegnere i focolai di tensione e di conflitto, sul terreno economico, per realizzare una produzione sostenibile e un’equa distribuzione delle risorse, per accrescere il patrimonio delle nostre rispettive culture, è il compito che sta dinanzi a noi”. “ll prezzo di una nostra incapacità a questo riguardo verrebbe pagato dalle future generazioni, alle quali non possiamo consegnare società impoverite, ambienti degradati, migrazioni come dolorosa risposta a problemi irrisolti”, ha aggiunto.

 

 

“L’Unione Europea è portatrice di una visione basata sul valore di un multilateralismo efficace, fondato su principi universali. Principi che l’Italia ha saputo tradurre nella costruzione di partenariati equilibrati e rispettosi dei diritti di ciascun popolo, secondo un modello che seppe bene interpretare un leader come Enrico Mattei, uno dei protagonisti della lotta per la libertà del popolo italiano e, proprio per questo, attento sostenitore del percorso di indipendenza e liberazione dei popoli africani”, ha detto ancora il capo dello Stato secondo il quale, dunque, “possiamo e dobbiamo lavorare a una visione elaborata insieme”. 

 

“Un proverbio africano di grande saggezza recita: ‘Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno’. Affinché il nostro sia un cammino comune, verso gli obiettivi del benessere e della pace in Africa, in Europa e nel mondo, occorre mettere in campo congiuntamente le nostre rispettive volontà”, ha concluso.

Meloni: “Un approccio nuovo, né predatorio, né caritatevole”

“L’obiettivo è presentare ai Paesi africani la nostra visione di sviluppi dell’Africa”, ha affermato Meloni, illustrando la conferenza al Tg1. In Africa, l’Italia vuole avere un “approccio da pari a pari per crescere insieme”, ha sottolineato. “Alla base del piano Mattei” c’è “un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico, ma neanche caritatevole”, ha ribadito, “un approccio da pari a pari, per crescere insieme. Abbiamo stabilito delle materie prioritarie sulle quali lavorare e dei Paesi pilota nei quali avviare i primi progetti”.

 

“E poi vogliamo dialogare con tutti gli altri” Paesi, “i vantaggi per l’Italia sono innumerevoli: tutto quello che accade in Africa in qualche modo ci coinvolge, dalla migrazione alla sicurezza, passando per le catene di approvvigionamento. Per noi è fondamentale uno sviluppo adeguato del continente africano”, ha concluso la premier. 

 

Come proseguirà il vertice

Lunedì 29 gennaio inizieranno i lavori al Senato che termineranno a tarda sera. L’Italia, che tra l’altro ha appena avviato il semestre di presidenza del G7, ha spiegato Meloni, si candida a essere un ponte tra l’Europa e l’Africa, con l’obiettivo di arrivare a un approccio ‘globale’ e ‘non-predatorio’ nei confronti del Continente africano. E la presenza dei tre presidenti delle istituzioni Ue viene considerata nel governo come un segnale importante della volontà di Bruxelles di fare da sponda al piano Mattei che il presidente del Consiglio Meloni illustrerà a palazzo Madama. Nella convinzione che quella del piano è una sfida che non interessa solo l’Italia, ma l’Europa e tutta la comunità internazionale.

 

La giornata di lunedì sarà aperta, dopo la foto di famiglia, dal saluto istituzionale del presidente del Senato, La Russa, e proseguirà con la sessione plenaria in cui sono programmati gli interventi della premier Meloni, del vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, del presidente dell’Unione Africana, Assoumani, del presidente della Commissione dell’Unione Africana, Faki, del presidente del Parlamento Europeo, Metsola, del presidente del Consiglio Europeo, Michel, del presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, del vice segretario Generale delle Nazioni Unite Mohammed.

 

Cinque le sessioni di lavoro. La prima, incentrata su ‘Cooperazione in campo economico e infrastrutturale’, prevede gli interventi introduttivi del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, del responsabile dell’Economia Giorgetti, del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso.

La seconda è sulla ‘Sicurezza alimentare’: interverrà il vicepremier e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Tajani, e il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Lollobrigida. La terza sessione è sulla ‘Sicurezza e transizione energetica’ con la partecipazione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin.

 

Si parlerà poi di ‘Formazione professionale e cultura’, con gli interventi del ministro dell’Istruzione e del merito, Valditara, del ministro dell’Università e della Ricerca, Bernini, del ministro della Cultura, Sangiuliano. Infine i lavori saranno chiusi dalla sessione su ‘Migrazioni, mobilità e questioni di sicurezza’ con gli interventi del ministro dell’Interno, Piantedosi e del ministro della Difesa Crosetto. E dalla conferenza stampa finale. Le direttrici di intervento del piano Mattei sono istruzione/formazione; sanità; acqua e igiene; agricoltura; energia; infrastrutture. L’obiettivo del governo è coinvolgere nel Piano tutto il ‘Sistema Italia’, a partire dalle realtà che a vario titolo si occupano e si stanno occupando di Africa (il sistema delle aziende partecipate dallo Stato in primis). A febbraio si svolgerà poi la prima cabina di Regia prevista dal decreto che istituisce la governance del Piano, che è stato convertito dal Parlamento, e allo stesso tempo inizieranno le missioni della struttura del Piano Mattei in Africa. 

 

 

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