J’accuse ai Paesi europei: “Navigavamo in silenzio in un mare di cadaveri”

J’accuse ai Paesi europei: “Navigavamo in silenzio in un mare di cadaveri”

23. 04. 2021 Off Di admin

AGI –  Italia, Malta e la Libia sono sotto accusa per il naufragio in cui sono morti da 100 a 130 migranti nel Mediterraneo, e, questa volta, la ricostruzione delle ong coincide con quella di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera: “Uno dei nostri aeroplani di sorveglianza nell’area ha individuato un gommone grigio con dozzine di persone alla deriva al largo della costa libica. L’aereo ha immediatamente allertato i centri di soccorso nazionali in Italia, Malta e Libia, come previsto dal diritto internazionale“, scrive quest’ultima, ribadendo quanto contenuto nel rapporto di Alarm Phone.

Questo suona a propria volta come un j’accuse ai Paesi dell’area: “L’unica azione intrapresa è stato il sorvolo da parte di un aereo di sorveglianza di Frontex, sette ore dopo il primo allarme, che ha individuato l’imbarcazione e ha informato tutte le Autorita’ e le navi mercantili in zona sulla situazione critica di pericolo”.

Il bilancio dei naufragi potrebbe aumentare. Non si hanno notizie da giorni di un’altra barca, a bordo della quale si trovano 42 persone. Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee che ieri era giunta sul luogo del primo naufragio, era alla ricerca anche dell’imbarcazione con i 42, di cui, ha spiegato Alessandro Porro, presidente della ong, “non abbiamo trovato alcuna traccia”. “Possiamo solo sperare – ha aggiunto – che sia rientrata a terra o comunque giunta in salvo”.

“Da oltre 24 ore – continua Porro – la Ocean Viking stava inseguendo dei destini nel mare, quelli di due imbarcazioni in difficolta’, molto lontane fra di loro”. Il gommone con oltre 100 persone a bordo “e’ stato rincorso attraverso una bufera, in una notte con onde alte sei metri…Nel pomeriggio la nave My Rose lo ha avvistato, ci siamo avvicinati ed è stato navigare in un mare di cadaveri. Letteralmente. Del natante restava poco, delle persone neanche il nome. Impotenti, abbiamo fatto un minuto di silenzio, a riecheggiare sulle terre degli uomini. Le cose devono cambiare, le persone sapere“.

Gli Stati, ha scritto su Twitter Safa Msehli, portavoce dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni, agenzia dell’Onu – si sono rifiutati di agire per salvare le vite di oltre 100 persone. Queste hanno implorato aiuto per due giorni, prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo. E’ questa l’eredita’ dell’Europa?” A risponderle è David Sassoli: “I governi nazionali – afferma il presidente del Parlamento europeo – diano poteri e mandato all’ Unione europea per intervenire, salvare vite, realizzare corridoi umanitari e organizzare un’accoglienza obbligatoria…Sulle dinamiche di questa ennesima strage, il Parlamento europeo vuole che sia fatta subito chiarezza e accertate eventuali colpe“.

Se la Commissione europea resta in un imbarazzante silenzio, tace anche il governo italiano. Tra i capi dei partiti parlano solo Matteo Salvini e, in tarda serata, Enrico Letta: “Naufragio al largo della Libia. Altri morti, altro sangue sulla coscienza dei buonisti che, di fatto, invitano e agevolano scafisti e trafficanti a mettere in mare barchini e barconi stravecchi, anche con pessime condizioni meteo”, ha scritto il capo della lega.  “L’orrore deve spingerci ad agire – ha affermato su Twitter il segretario del Pd – a non essere silenti. A non girarci dall’altra parte. I corridoi umanitari gestiti dall’Onu sono la soluzione”.”Dobbiamo difendere le frontiere Europee”, ha ribadito Nicola Molteni, l’uomo che Salvini ha voluto come sottosegretario all’Interno. La titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, invece, si è limitata a una nota di prammatica per far sapere che nel corso dell’incontro con la ministra degli Esteri libica, Najla El Mangoush, calendarizzato da tempo, si e’ parlato di flussi migratori e “di intensificare i programmi di cooperazione e gli accordi bilaterali in materia di sicurezza”. 

Propri quelli che le ong mettono sotto accusa: “La cosiddetta Guardia costiera libica – spiega Alarm Phone – ha rifiutato di lanciare o coordinare un’operazione di salvataggio, lasciando le circa 130 persone in mare aperto per una notte intera”. In Commissione Esteri in parlamento El-Mangoush difende la Guardia costiera libica e avverte: “I flussi non si fermeranno”. “Alla luce di quanto accaduto in queste ore nel Canale di Sicilia – ha sottolineato Riccardo Magi, deputato di Piu’ Europa-Radicali – l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’attuazione degli accordi Italia-Libia appare davvero non piu’ rinviabile; serve discontinuita’ anche in questo ambito, a maggior ragione dopo le parole della Ministra degli Esteri della Libia”.

Il 2021 sta per diventare uno dei più neri per i migranti.  Il naufragio dei 130 è il “piu’ grave, per perdita di vite umane, nel Mediterraneo centrale dall’inizio dell’anno”, afferma l’Onu. “Finora – prosegue l’Unhcr – nel solo 2021, almeno altre 300 persone sono annegate o scomparse nel Mediterraneo centrale. Si tratta di un aumento significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando erano circa 150 le persone annegate o scomparse lungo la stessa rotta”. 

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