La complicata operazione di mettere insieme Alitalia e Air Italy

La complicata operazione di mettere insieme Alitalia e Air Italy

12. 06. 2020 Off Di admin

AGI – La possibile integrazione di Air Italy nella Nuova Alitalia aggiunge un altro tassello a uno dei dossier più spinosi tra le mani del governo, la cui soluzione appare oggi improrogabile dopo l’emergenza Covid e l’urgenza di rilanciare il settore aereo (e il turismo).

Nel confermare “l’imminente costituzione” della newco Alitalia, la ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha parlato di un’eventuale integrazione alla nuova compagnia di alcuni asset di Air Italy.

Un’alleanza per fare la forza

L’idea non è nuova. Lo scorso 21 aprile Salvatore Deidda (deputato sardo capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Difesa) ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui chiedeva di valutare l’ipotesi di un unico vettore nazionale, con Air Italy e Alitalia insieme per competere sul mercato straniero.

Piano rilanciato da lì a qualche giorno dal governatore della Sardegna, Christian Solinas, per dare una speranza di futuro ai 1.450 dipendenti di Air Italy in cassa integrazione fino a fine 2020 dopo che la compagnia con sede a Olbia Costa Smeralda e base operativa principale a Milano Malpensa ha deliberato – lo scorso 11 febbraio – la liquidazione in bonis e la cessazione delle attività.

Ecco cosa ci dicono i numeri quando si parla di Alitalia e di Air Italy. –

Quanto brucia ogni anno Alitalia 

Alitalia “ha bruciato circa 300 milioni di euro all’anno, nel periodo di amministrazione straordinaria. Io devo ridurre le perdite per rendere più appetibile l’investimento in Alitalia anche dell’amministrazione pubblica”. Le parole di Giuseppe Leogrande, commissario straordinario di Alitalia, in audizione in commissione Trasporti della Camera lo scorso 7 gennaio la dice lunga sulla situazione contabile della compagnia.

Per il 2019 si parla di almeno 100 milioni di perdite in più del 2018 (che vorrebbe dire una perdita vicina a 600 milioni per l’esercizio 2019, su poco più di 3 miliardi di ricavi). Considerando che i commissari per legge non sono tenuti a presentare un bilancio annuale. E infatti non lo presentano. La compagnia è stata commissariata il 2 maggio 2017. Il bilancio 2016 non è stato pubblicato.

Sul sito di Alitalia in amministrazione straordinaria vengono pubblicate solo relazioni trimestrali (l’ultima è quella al 30 settembre 2019) da cui però non è possibile ricostruire un bilancio completo.

Sulla testa del vettore (che dà lavoro a circa 11.000 persone) c’è anche la spada di Damocle dell’indagine Ue per gli aiuti di Stato. A fine gennaio la commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager aveva annunciato l’intenzione di “affrontare” la questione del nuovo prestito ponte da 400 milioni. Il secondo prestito ponte “non è più solo un decreto del governo. È anche legge. Il denaro è stato sborsato alla società. Questa eèun nuovo elemento e lo affronteremo”, aveva detto. Il governo infatti dopo il fallimento delle trattative per il rilancio della compagnia, lo scorso novembre, ha dovuto finanziare Alitalia per altri 400 milioni dopo i 900 giaà spesi dal 2017, data del commissariamento.

A novembre infatti le offerte vincolanti per dare vita alla newco che avrebbe dovuto rilanciare il vettore non sono arrivate. In pista c’erano Fs, capocordata, l’americana Delta pronta a rilevare un 10% (circa 100 milioni di investimento), il Mef che avrebbe convertito gli interessi sul prestito acquistando un’altra quota pari al 15% e Atlantia.

Ma la mancanza della presenza di un partner industriale forte hanno fatto desistere sia la holding dei Benetton che Ferrovie a impegnarsi.

Air Italy: in due anni persi oltre 360 milioni 

Troppo pesante l’eredita’ per Air Italy, ‘battezzata’ a inizio 2018: nel suo primo anno di vita, la compagnia aerea aveva riportato una perdita complessiva di 164 milioni di euro. E nel 2019 il ‘rosso’ avrebbe superato i 200 milioni di euro.

Un pozzo senza fondo che rende impossibile la ricapitalizzazione dell’azienda di cui Qatar Airways controlla il 49 per cento: gli emiratini avevano presentato un piano industriale molto ambizioso: 50 aerei in cinque anni, dieci milioni di passeggeri, di cui otto su Malpensa, 1.500 assunzioni e nuove rotte intercontinentali.

Ma gli investimenti non sono stati sufficienti al rilancio. Air Italy, che l’11 febbraio ha deliberato la liquidazione in bonis, la cessazione della propria attività e la cassa integrazione fino a fine 2020 per 1.450 dipendenti, ha lasciato a terra una flotta composta da 9 aeromobili, di cui 3 Airbus che erano impiegati sul lungo raggio. Le destinazioni coperte erano 26.

Qatar Airways aveva investito inizialmente 39 milioni di euro (aprile 2017-marzo 2018) e l’anno dopo altri 51,3 milioni circa. Con le perdite di Air Italy registrate nel 2018, il vettore di Doha aveva registrato già di suo un dato negativo di 3,8 milioni ma poi ha dovuto mettere a bilancio anche un ulteriore passivo di 66 milioni di euro. 

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