La guerra dei dati fra M5s e Rousseau, la partita è ancora aperta

La guerra dei dati fra M5s e Rousseau, la partita è ancora aperta

01. 06. 2021 Off Di admin

AGI – La risposta del Garante della Privacy non placa la ‘guerra’ dei dati fra il Movimento 5 stelle e l’Associazione Rousseau. Se il primo esulta perché ritiene sia sbloccata l’impasse che possa portare, a breve, alla leadership di Giuseppe Conte, è Davide Casaleggio in prima persona a lanciare un warning ritenendo che M5s ancora non ha una guida che possa essere riconosciuta come legale rappresentante. Per questo serve un voto che indichi il direttivo a 5 che, varato dagli Stati generali, manda in soffitta la figura del capo politico.

Casaleggio:  chiederò chiarimenti al Garante della Privacy

 Casaleggio, intanto, sul punto, annuncia di voler chiedere chiarimenti”: quello che “il Garante non specifica nel suo atto e nella sua disposizione è l’aspetto fondamentale: ossia indica di consegnare genericamente i dati al Movimento 5 Stelle, ma non indica chi sia la persona che riveste il ruolo di rappresentante legale, quindi il legittimo titolare dei dati al quale Rousseau può consegnarli”.  Per questo motivo, “nella piena disponibilità che abbiamo sempre manifestato”, subito gli “chiederemo di indicarci la persona alla quale consegnare i dati” e che lui, quindi, “ritiene essere il titolare e rappresentante legale del Movimento 5 Stelle dal momento che invece le aule di tribunale hanno sancito che il M5s non ha questa figura in questo momento”.Da non dimenticare, sottolineano esperti in materia,  che contro le decisioni della autorità della Privacy la legge prevede che si possa anche ricorrere al giudice ordinario:  l’articolo 10, terzo comma, decreto  legislativo 30 giugno 2003, n. 196. prevede che “il ricorso avverso i provvedimenti del Garante per la protezione dei dati personali e’ proposto, a  pena  di  inammissibilita’, entro trenta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento o dalla data del  rigetto  tacito, ovvero entro sessanta  giorni se il ricorrente risiede all’estero“. Che poi Casaleggio decida o meno di seguire questo percorso non è dato sapere, anche se per ora – si apprende – non sarebbe nell’aria.

 Per l’Autorità garante della protezione dei dati personali Rousseau deve restituire i nomi degli iscritti a M5s

Intanto, per il Garante, “in quanto titolare del trattamento, il Movimento ha diritto di disporre dei dati degli iscritti e di poterli utilizzare per i suoi fini istituzionali. L’Associazione Rousseau dovrà quindi consegnare Movimento a M5S, entro 5 giorni, i dati degli iscritti di cui l’Associazione risulti responsabile. Potrà invece continuare ad utilizzare i dati di quegli iscritti rispetto ai quali sia anche titolare del trattamento”.

Soddisfatti i pentastellati, decisione  va nella direzione che abbiamo indicato

Il che ha suscitato immediatamente la reazione di soddisfazione dei Pentastellati, che scrivono:  “La pronuncia del garante della privacy sui dati degli iscritti al Movimento 5 Stelle è chiarissima e va esattamente nella direzione da tempo da noi indicata: il titolare di quei dati e l’unico soggetto che può disporne per fini istituzionali è il Movimento 5 Stelle stesso e nessun altro. Dispiace aver perso tempo a causa degli ostacoli che in maniera strumentale sono stati messi in campo da qualcuno per rallentare il processo di rifondazione del Movimento a cui sta lavorando Giuseppe Conte e che la comunità del Movimento 5 Stelle attende con impazienza”, nota M5s con riferimento all’associazione di Davide Casaleggio.

Casaleggio avverte: allontanarsi dagli scogli, per premiership Conte serve un voto

 Il fondatore di Rousseau, per parte sua, avverte che bisogna ‘allontanarsi dagli scogli’ perché sono vicini e che la strada da seguire per arrivare ad una soluzione è un’altra: “Per individuare il rappresentante legale” del Movimento 5 stelle “è necessario seguire lo statuto e votare un comitato direttivo di 5 persone così come deciso durante gli Stati Generali dello scorso inverno e ratificato dagli dagli iscritti con ben tre votazioni (una di indirizzo a dicembre e altre due per la modifica dello statuto a febbraio)” e rilancia sulla premiership di Giuseppe Conte.   “Dal momento che per potersi candidare al comitato direttivo è necessario essere iscritti al Movimento 5 Stelle da almeno 6 mesi e Giuseppe Conte non si è iscritto al Movimento, per poter consentire di svolgere la sua attività di rifondazione del Movimento 5 Stelle è sufficiente prevedere l’inserimento di una nuova figura nello Statuto riconosciuta ed eletta democraticamente. Questo consentirebbe di poter presentare e condividere immediatamente il suo progetto, in attesa da oltre 3 mesi, anche a prescindere da questioni burocratiche che richiedono tempo”, conclude. Così, malgrado le elezioni amministrative siano alle porte, la partita sembra ancora restare aperta.

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