L’addio a Roberto Maroni nella sua Varese

L’addio a Roberto Maroni nella sua Varese

25. 11. 2022 Off Di admin

AGI – Una piazza blindata per i funerali di Stato, in una Varese con le bandiere a mezz’asta per il lutto cittadino, lo striscione “Grazie Bobo” esposto dalla finestra della storica sede dove è nata la Lega, in piazza del Podestà, riempiuta dalla folla che si è raccolta attorno al maxischermo per seguire la cerimonia funebre.

E l’omaggio del governo, con la premier Giorgia Meloni accolta da un applauso, delle istituzioni, con il presidente del Senato Ignazio La Russa, e della Camera, Lorenzo Fontana, e della politica, a cominciare dallo stato maggiore della Lega, con in testa il segretario Matteo Salvini.

Così l’addio a Roberto Maroni, l’ex ministro dell’Interno, ex ministro del lavoro, ex presidente della Regione Lombardia, ed ex segretario federale della Lega, scomparso martedì scorso all’età di 67 anni.

Tra gli altri rappresentanti del governo, c’erano i ministri Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Antonio Tajani, Francesco Lollobrigida e Daniela Santanché, e ancora il vicepresidente del Senato Gianmarco Centinaio, il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo e i governatori di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, rispettivamente Attilio Fontana, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga.

Tra le personalità presenti anche l’ex presidente del Consiglio Mario Monti e l’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Un apprezzamento bipartisan, come ha sottolineato Davide Galimberti, il sindaco di Varese del Pd: “Tutte le forze politiche al di là degli schieramenti gli riconoscono due qualità: la lealtà e la correttezza”.

I funerali sono stati celebrati nella basilica San Vittore dal vescovo ausiliare di Milano, monsignor Giuseppe Vegezzi. Fuori, il picchetto d’onore formato da bersaglieri, carabinieri e finanzieri. Lunghi applausi hanno salutato l’arrivo del feretro, seguito dalla famiglia.

Monsisgnor Vegezzi ha ricordato che a Varese ne ha sentito parlare come “uno di noi. Che bello – ha commentato – quando un politico, uomo o donna impegnato nelle istituzioni più alte, riesce a farsi percepire così, come ‘uno di noi’. Era capace di ascoltare e capire tutti. Il suo impegno politico lo ha vissuto come servizio al bene dei cittadini. Sempre per dialogare e mai per distruggere”.

Il vescovo di Milano, Mario Delpini, ha mandato un messaggio che è stato letto da Veggezi: “È stato un uomo politico capace di passione e moderazione, di determinazione senza aggressività, di essere di parte e aver cura dell’insieme, di proporsi e di farsi da parte”.

Il momento più commovente, al termine della cerimonia, quando ha preso la parola il figlio Filippo, che ha ringraziato a nome della famiglia e si è rivolto direttamente al padre: “Papi sappiamo che per te non è stato facile essere un papà perché il tuo lavoro, che era la tua passione, ti ha costretto a passare del tempo lontano da casa, spesso non eri a casa, accendevamo la tv e ti vedevamo lì, ma non siamo mai stati arrabbiati con te, forse nella fase dell’adolescenza, ma è durato poco perché poi era sempre una grande gioia vederti tornare a casa, eri un introverso, un timidone, nonostante i comizi, le ospitate, i vertici coi grandi potenti del globo, tirare fuori tue emozioni era difficile, a chi ti chiedeva come stavi preferivi dire ‘bene’. Poi nei momenti di difficoltà hai capito che la famiglia poteva essere un porto sicuro, hai capito che ci sono cose più importanti della politica con la p minuscola. Anche quando non riuscivi più ad alzarti dal letto solo per non darci pena. Ti sei impegnato tanto per essere un buon papà e noi lo sappiamo bene perché il tuo amore ci è arrivato tutto, buon cammino papà”.

Dopo il silenzio suonato dal trombettiere, uno scroscio di applausi ha accompagnato l’uscita del feretro in piazza, dove il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni lo ha ricordato così: “Era una persona capace di grande visone e di grande concretezza. Era una delle persone che ho conosciuto che più sapevano fare il gioco di squadra. Ne ho un ricordo straordinario, tra l’altro ci sentivamo fino agli ultimi giorni. Penso che l’Italia sia stata fortunata a poter contare su una persona così nelle sue istituzioni”.

Il ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, al termine dei funerali, ha sottolineato: “L’eredità è quella di un pensiero profondo e quella di un pensiero lungo. Questa è l’eredità che lascia alla famiglia della Lega: un pensiero profondo e lungo”.

Salvini ha affermato che Maroni “è stato un orgoglio per la Lega e per l’Italia. La sua città e la sua comunità – ha aggiunto – gli ha dato il saluto più bello, è stato bello vedere anche altri sindaci di territori diversi e idee diverse. La sua eredità politica è risolvere i problemi e non crearli. Siamo qua per questo. Lui ha fatto il segretario federale prima di me, per me sarà ancora più impegnativo ed emozionante guadagnarmi la fiducia giorno per giorno”.

Al termine della cerimonia sono risuonate in piazza le note di una delle canzoni scritte da Maroni con la sua band “Distretto 51”: un omaggio musicale. Ma forse anche il saluto di Maroni al mondo. 

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