Morning Bell: si apre una settimana difficile per i mercati

Morning Bell: si apre una settimana difficile per i mercati

11. 04. 2022 Off Di admin

AGI – Si prospetta una settimana difficile e intensa per i mercati, in vista delle festività pasquali. In Francia, come nel 2017, Emmanuel Macron e Marine Le Pen si affronteranno il 24 aprile al secondo turno delle presidenziali, con il presidente uscente in leggero vantaggio, ma senza la prospettiva di un vincitore certo. Inoltre questa settimana, che sui mercati si concluderà prima per l’inizio della Pasqua, sono attesi per martedì i dati sull’inflazione Usa a marzo e per giovedì il direttivo della Bce: Christine Lagarde ha il Covid e non ci sarà e i ‘falchi’ daranno battaglia. Stamattina in Asia i listini scivolano verso il basso per i timori sulle prossime mosse da ‘falco’ della Fed.

In Cina l’inflazione sale più del previsto a marzo, mentre c’è preoccupazione per i prolungati lockdown a Shanghai, la città più grande della Cina, sottoposta alle rigide misure della politica ‘zero Covid’ di Pechino.

I future a Wall Street sono in rosso, dopo aver chiuso in negativo la precedente ottava. Anche il rendimento del Treasury decennale ha chiuso la settimana in forte rialzo al 2,72%. A pesare sono le prossime mosse della Fed, che dovrebbe rialzare aggressivamente i tassi di 50 punti base a maggio e a giugno.

I mercati prevedono aumenti dello 0,50% nelle prossime tre riunioni e a fine anno un costo del denaro in rialzo tra il 3,25% e il 3,50%. Decisivo sarà il dato sull’inflazione Usa a marzo, che dovrebbe impennarsi dal 7,9% all’8,5% annuo. Preoccupa i mercati anche l’annunciato taglio del bilancio Fed che da maggio dovrebbe viaggiare a velocità supersonioca, fino al ritmo di 95 miliardi di dollari al mese, riducendo drasticamente la liquidità sul mercato.

Questa doppia azione sui tassi e sul bilancio, rischia di accelerare fortemente il rallentamento dell’economia Usa nei prossimi mesi. Intanto Elon Musk, il patron di Tesla, annuncia che non entrerà nel cda di Twitter, dopo aver acquistato una partecipazione del 9% nella società.

Continua a scendere di oltre il 2% il prezzo del petrolio con il Wti che è sotto i 96 dollari e il Brent leggermente sopra 100 dollari al barile. A fine marzo il Brent era a 118 dollari. L’arretramento del prezzo del petrolio è iniziato da quando l’Aie e gli Stati Uniti hanno annunciato il rilascio dalle scorte strategiche, riportando le quotazioni sotto la soglia dei 100 dollari.

Ma a pesare c’è anche il timore di un calo della domanda cinese, legato ai lockdown che la Cina ha avviato per frenare l’aumento dei contagi da Covid. L’ultimo Pmi sui servizi in Cina è sceso sotto a 42 punti a marzo, nettamente sotto la soglia dei 50 punti e ai minimi dall’aprile 2020. Il timore che la locomotiva cinese possa frenare ha tirato giù il prezzo del greggio e ha ridotto il costo dei noli, non solo per il trasporto delle materie prime, ma anche più in generale per i trasporti delle merci con i container, i cui costi sono ai minimi dal giugno del 2021.

Negli Usa escono le nuove trimestrali e ad aprire la le danze saranno le banche. JPMorgan e BlackRock faranno da apripista mercoledì, seguite giovedì, nell’ultimo giorno di questa ottava accorciata per il venerdì santo, da Goldman Sachs, Wells Fargo e Citigroup. Si ritenta la mediazione sull’Ucraina.

Il cancelliere austriaco Nehammer andrà a Mosca per incontrare Putin, dopo aver visto due giorni fa Zelensky a Kiev. Intanto sempre oggi Mario Draghi e Luigi Di Maio saranno in Algeria per siglare un accordo sul gas, che, fa sapere il ministro degli Esteri, “ci permetterà di fronteggiare gli eventuali ricatti russi”. Oggi è anche previsto un intervento del presidente della Fed di Chicago, Charles Evans e in Lussemburgo si riuniranno i ministri degli Esteri Ue, che comunque non prenderanno in considerazione il taglio delle forniture russe di gas e petrolio.  

Cina, l’inflazione cresce più del previsto a marzo

A marzo l’inflazione in Cina cresce più del previsto, per i persistentii colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento. I prezzi alla produzione salgono dell’8,3%, contro il +8,8% di febbraio e contro un atteso +7,9%, mentre i prezzi al consumo avanzano dell’1,5%, al top da 5 mesi, contro il +0,9% di febbraio e un atteso +1,2%. La guerra in Ucraina, ha fatto aumentare i costi delle materie prime globali, compreso il petrolio. I lockdown per frenare la diffusione dei contagi in diverse città, e in particolare a Shanghai, hanno anche interrotto le forniture alimentari, facendo salire i prezzi dei beni alimentari e degli ortaggi freschi. 

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