Morning Bell: riflettori puntati sulla Fed e alcune trimestrali ‘pesanti’

Morning Bell: riflettori puntati sulla Fed e alcune trimestrali ‘pesanti’

27. 07. 2022 Off Di admin

AGI – I mercati sono contrastati, incerti e altalenanti, per paura di un rallentamento dell’economia, in attesa del rialzo dei tassi da parte della Fed, che oggi dovrebbe aumentare il costo del denaro di altri tre quarti di punto, e dopo i risultati trimestrali di due colossi come Alphabet e Microsoft, che da una parte confermano l’impatto negativo sui consumi del rialzo dei prezzi e dall’altra stanno un po’ contribuendo ad attenuare il pessimismo dei mercati sulle prospettive dell’economia. 

In Asia i listini sono deboli e misti, mentre i future a Wall Street e in Europa salgono tentando il rimbalzo. “La Fed non è ancora arrivata alla neutralità – commenta Jason England, global bonds portfolio manager di Janus Henderson Investors – ed è ancora prematuro pensare ad un allentamento dei tassi”.

Tuttavia il mercato ha già prezzato il nuovo rialzo del costo del denaro da parte della Fed per cui oggi gli investitori guarderanno con attenzione alle future mosse della banca centrale Usa, a partire da quelle di settembre.

Inoltre i mercati terranno d’occhio il dato di domani in prima lettura sul Pil Usa del secondo trimestre, stimato in lieve crescita, anche se il modello della Fed di Atlanta si attende un calo dell’1,6% congiunturale che, se confermato, determinerebbe una recessione tecnica negli Stati Uniti.

Oggi è attesa la trimestrale di Meta Platform e domani quelle di Amazon e Apple. Il Fondo monetario internazionale ha avvertito ieri che l’economia mondiale potrebbe presto essere sull’orlo di una recessione totale e più in generale sull’economia globale soffiano i venti contrari della carenza energetica dell’Europa, dei lockdown in Cina e delle crisi geopolitiche in Ucraina e a Taiwan.

Domani il presidente Usa Joe Biden e quello cinese Xi Jinping si sentiranno telefonicamente per cercare di stemperare le tensioni legate al viaggio a Taiwan della Speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi.

I future a Wall Street sono in rialzo, dopo i risultati di Alphabet e Google che nell’after hour salgono rispettivamente di oltre il 5% e di quasi il 4%, nonostante il forte rallentamento dei ricavi, che tuttavia nel secondo trimestre avanzano rispettivamente del 13% e del 12%. La Borsa Usa ha chiuso in rosso dopo il profit warning lanciato lunedì da Walmart, che anche ieri ha perso il 7,6%, dopo aver annunciato che i suoi clienti stanno riducendo gli acquisti per l’aumento dei prezzi.

Di riflesso il colosso dell’e-commerce Amazon (ieri a -5,23%) ha dichiarato, in vista dei della sua prossima trimestrale, che aumenterà il prezzo degli abbonamenti Prime in Europa fino al 43% all’anno per far fronte ai costi.

Oltre all’inflazione anche il dollaro forte pesa parecchio sui profitti delle aziende, specie quelle con elevate operazioni all’estero. Sul fronte obbligazionario Il rendimento del T-bond a 10 anni è sceso al 2,78% e quello del 2 anni è salito al 3,041%.

Anche i future sull’EuroStoxx 50 sono in rialzo, dopo il calo di ieri Borse europee, zavorrate dalle incertezze sul gas che nel Vecchio Continente ha toccato un prezzo record oltre quota 200 euro. Milano ha terminato in ribasso dell’1,04%, risultando la peggiore piazza europea e anche i rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona sono scesi nettamente per i crescenti timori di recessione.

In particolare, in Italia il mercato obbligazionario continua a risentire della crisi politica dopo le dimissioni, la scorsa settimana, del presidente del Consiglio Mario Draghi e l’annuncio di elezioni anticipate il 25 settembre.

Lo dimostra S&P Global Rating che ieri ha confermato il rating ‘BBB’ del nostro Paese ma ha tagliato l’outlook, portandolo da positivo a stabile ed evidenziando “i rischi per le riforme” legati alla crisi del governo Draghi.

Lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi ha chiuso in rialzo a 241 punti e oggi sarà un ‘sorvegliato speciale’ dopo S&P. Sul fronte dei cambi, l’euro e’ in rialzo sopra 1,05 dollari, dopo aver chiuso in calo a 1,0140 dollari, indebolito dal timore che la crisi del gas si acuisca spingendo l’economia di Eurolandia in recessione. I prezzi del petrolio sono in rialzo per le crescenti preoccupazioni per l’approvvigionamento energetico dell’Europa. Il Wti resta debole poco sopra 98 dollari al barile.

Oggi, oltre alla Fed e alle trimestrali, sono attesi i dati sulle scorte petrolifere settimanali Usa e quelli sulle giacenze di magazzino della delle imprese Usa. 

Articoli nella stessa categoria: