Per la corsa alla Regione Lazio Conte chiude al Pd e a Renzi

Per la corsa alla Regione Lazio Conte chiude al Pd e a Renzi

08. 11. 2022 Off Di admin

AGI – Nessun tavolo con i vertici del Pd, per questioni politiche di sostanza e men che meno con Renzi e Calenda, che usano “insulti” e non sono sulla linea dell’agenda “progressista”.

Mentre sugli inceneritori la posizione del Movimento 5 stelle non cambia rispetto a quella assunta dal governo Conte II: “dire di no è dire sì al futuro”.

L’ex presidente del Consiglio, ora alla guida del M5s, Giuseppe Conte mette in chiaro i paletti per la corsa alle prossime elezioni nel Lazio. Un candidato? Conte ribadisce “nomi non ne ho”, ma “correttamente” con le forze politiche che ci staranno verrà scelta la persona più “adeguata” a portare avanti il programma.

E proprio il ‘programma’, alla fine, diventa, di fatto, la parola chiave della conferenza stampa in cui Conte ha illustrato ai giornalisti il percorso, senza indicare con chi scenderà nell’agone della campagna elettorale.

In questi giorni, “il tema delle elezioni regionali del Lazio ha occupato l’attenzione. Ne ho sentite tante, troppe”.     

Il problema “non è campo largo o campo stretto”, il problema dei cittadini del Lazio “credo sia altro”, ha esordito Conte, elencando i problemi che vanno dalle attese per la Sanità alla Viabilità, all’Ambiente. 

Serve un campo autenticamente progressista. Non si tratta di disconoscere il contributo dell’amministrazione regionale uscente”, quello che M5s vuole “è una proposta forte”, ha esordito.

Né ha dribblato la domanda sulla possibile alleanza con il Pd, sollecitata da esponenti del centrosinistra, per mettere il freno alla corsa del centrodestra: “Io rispetto le opinioni di tutti. Goffredo Bettini è un amico, lo sento molto spesso”.

La consegna di una Regione alla destra? “Non funziona così la politica. Si vince se si ha un programma solido. Si può essere anche vincenti, fare un’ammucchiata ma non andare da nessuna parte”, ha replicato Conte.

“Con questi vertici del Pd abbiamo difficoltà a sederci allo stesso tavolo – ha spiegato – la questione nasce da punti politici seri: una norma sull’inceneritore senza nessun preavviso in un dl sugli aiuti alle famiglie e alle imprese“, su cui “loro sono andati avanti anche a rischio di spaccare la maggioranza”.

E ancora: “Quando abbiamo detto no al riarmo per radicata convinzione, il nostro alleato ha addirittura puntato il dito contro di noi. Ci hanno accomunato a Salvini e Meloni per l’escalation militare. Quando i nostri scissionisti sono andati in Tv a accusarci delle peggiori nefandezze, il Pd non è stato silente ma ne ha approfittato per candidarli nelle liste o in coalizione”, ha elencato, rimarcando ancora le “difficoltà politiche oggettive” per un incontro.

Viene chiesta generosità al Movimento? “Chi c’è è il benvenuto purché vi sia lealtà e correttezza. Noi non portiamo rancore. Ma la nostra generosità non esiste se significa scarsa chiarezza di programmi, l’annacquamento dei nostri valori e principi”, ha risposto.

Quanto al Terzo polo, la porta sembra più che chiusa: “La risposta la danno” Renzi e Calenda “perché si affidano alla logica dell’insulto e della volontà di distruggere il Movimento… e non ci sono riusciti” alle politiche, ha detto la guida politica del M5s.

“A parte i loro insulti che rendono impossibile sedersi intorno a un tavolo, io ho parlato di punti qualificanti di un’agenda progressista. Ma come si fa a definire un programma con forze che fanno del neoliberismo di fatto e del pragmatismo efficientista il fulcro della loro azione politica?”, ha aggiunto.

Né, poco prima, ha mancato di notare che, in ogni caso, “La logica del voto utile non porta da nessuna parte ma soprattutto non paga”. Il M5s “vuole offrire una proposta “seria che possa entusiasmare”.

Caldo resta il tema ambientale: “È una follia incenerire le materie prime, dobbiamo riutilizzarle”. Bisogna “riconvertire la Centrale Enel di Civitavecchia. Verso le rinnovabili”. 

Il M5s “punta a un progetto come quello che concretamente si sta realizzando a Colleferro, dove è stata abbandonata l’idea dell’inceneritore per le tecnologie nuove, alternative, meno inquinanti, ecocompatibili. Non abbiamo cambiato idea rispetto a quello che è stato il programma del Conte 2”, ha sottolineato ancora l’ex premier. Nel programma “c’era scritto ben chiaro che non avremmo più accettato la logica di nuovi inceneritori” ha ricordato. 

Sulla viabilità: “Chi sarà con noi al tavolo sulla mobilità cestinerà il progetto di un’autostrada a pedaggio Roma-Latina, proporremo una metropolitana leggera di superficie per i pendolari”, ha esemplificato.

E Roma? “Mi sembra che i problemi di Roma siano tutti sul tavolo. C’è stata solo una fuga in avanti sull’inceneritore, senza considerare che ci vogliono 5, 6 o 7 anni per realizzarlo. Pensate a che cosa significano 5, 6 o 7 anni di un progetto serio, per la gestione, lo smaltimento e la raccolta differenziata dei rifiuti”, è stata la riflessione sull’amministrazione Gualtieri. 

Articoli nella stessa categoria: