Salario minimo, governo e opposizioni restano distanti 

Salario minimo, governo e opposizioni restano distanti 

11. 08. 2023 Off Di admin

AGI –   Nulla di fatto dopo due ore di incontro a palazzo Chigi tra i leader delle opposizioni (a esclusione di Matteo Renzi) e la premier Giorgia Meloni, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento) e la ministra del Lavoro Elvira Calderone. “Le rispettive posizioni restano distanti”, viene fatto filtrare a vertice ancora in corso, poi confermato al termine da tutti i leader delle opposizioni.

Dal governo nessuna proposta alternativa al testo unitario sottoscritto da Pd, M5s, Avs, Azione e Piu’ Europa, all’esame della Camera e messo in stand by dopo il via libera alla questione sospensiva di due mesi voluta dal centrodestra. Se non quella avanzata dalla premier di affidare al Cnel  (“ho gia’ parlato con il presidente Brunetta ed è disponibile”, avrebbe spiegato ai leader di minoranza) di lavorare a un testo sul lavoro povero e i salari bassi per arrivare a una soluzione il più possibile condivisa.

Ed è a questo punto, riferisce più di una fonte, che è piombato il gelo nella sala Verde della sede del governo: “Non ci aspettavamo certo questo”, è la reazione a caldo descritta da tutti i leader. Che poi, al termine del faccia a faccia con la presidente del Consiglio, si riuniscono per ribadire la linea comune: avanti con la battaglia sul salario minimo di 9 euro l’ora lordi e avanti con la raccolta firme nel Paese.

Linea condivisa da tutti, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Carlo Calenda e Riccardo Magi. Dunque, il fronte resta compatto, anche se non sono sfuggiti, come del resto è avvenuto anche alla vigilia dell’incontro, i toni più ‘dialoganti’ usati dal leader di Azione, che nel mini vertice prima di presentarsi alle telecamere, ha invitato gli altri leader a “guardare il lato positivo, nessuno ha chiuso al confronto”.

Con le opposizioni sul salario minimo “ci sono divergenze”, conferma Meloni. “Ho proposto un confronto molto più ampio che coinvolga anche chi è costituzionalmente” competente, come il Cnel, spiega la premier che assicura: “Garantire salari adeguati e il potere di acquisto delle famiglie è una nostra priorita’”. Meloni quindi annuncia: “La Legge di bilancio sarà incentrata sul lavoro, sui redditi e sulle famiglie”.

La misura del salario minimo per legge “rischia di peggiorare le condizioni dei lavoratori, ma siamo aperti al confronto”, ribadisce la presidente del Consiglio, che insiste, fissando anche una sorta di timing: “Punto ad arrivare a una proposta in tempo per la legge di Bilancio ma non vorrei che fosse della maggioranza o delle opposizioni, non sarebbe un buon metodo di dialogo, un buon metodo di dialogo è provare a lavorare insieme”.

 Ai leader delle forze di opposizione la mossa di Meloni sul Cnel è sembrato “un modo di mandare la palla in tribuna e non fare nulla”, insomma un modo per “prendere tempo, non dire un ‘no’ secco alla nostra proposta di legge sul salario minimo, perché consapevole che sarebbe controproducente, ma per non portarla mai a buon fine”, è il ragionamento.

Poi messo in chiaro da Conte: “La sensazione è che la palla sia stata buttata in tribuna, prendiamo tempo…”. Ma, garantisce, “non ci fermeranno, noi andiamo avanti con la nostra battaglia”. E assicura: “Le opposizioni sono unite”.

Uno a uno, i leader sfilano davanti ai giornalisti per spiegare l’esito dell’incontro a palazzo Chigi. E c’è un ‘filo rosso’ che lega le varie dichiarazioni: “Ci aspettavamo una novità politica. Dopo quattro mesi la novità non è arrivata, non c’è una proposta alternativa del governo e della maggioranza”, spiega Nicola Fratoianni.

“Abbiamo registrato che il governo non ha una sua proposta, non ha le idee chiare. Il governo ci è sembrato rimasto sulle sue posizioni. Noi abbiamo illustrato la nostra proposta. Purtroppo da parte del governo non sono arrivate nè proposte, nè alternative”, riferisce Schlein.

“Siamo venuti con spirito costruttivo, per noi il risultato importante è stato l’unione delle forze dell’opposizione sul salario minimo, oggi non c’e’ stata nessuna controproposta, il governo non ha le idee chiare“, sostiene Conte.

“È stato un incontro interlocutorio ma il dato positivo è che nessuno ha sbattuto la porta. La proposta che ci ha fatto Meloni è di un dialogo su un intervento più ampio, dentro il quale non c’è un pregiudizio a discutere sulla proposta di salario minimo“, osserva Calenda.

Dal governo nessuna proposta, la proposta resta solo una, quella delle opposizioni unite. Abbiamo accettato l’invito del presidente Meloni per non lasciare nulla di intentato”, chiosa Magi.

Ma sei i toni durante il vertice non sono mai saliti nè vengono riferiti momenti di tensione, a lanciare una ‘stilettata’ è la Lega che, in una nota a incontro terminato da poco, attacca le opposizioni: “La Lega ribadisce la propria determinazione ad aumentare occupazione, stipendi e pensioni valorizzando l’Italia dei si’. Spiace constatare la posizione ideologica dell’opposizione, che parla di salario minimo e di reddito di cittadinanza per spirito di contestazione e fingendo di ignorare – per esempio – le troppe storture del sussidio”.

Per il  vice premier Salvini fissare per legge una quota a 9 euro rischia di abbassare gli stipendi all’80% dei lavoratori che oggi guadagnano di più. 

E il vicepremier Tajani spiega: “Il dibattito è aperto. A volte ci sono delle rigidità da parte dell’opposizione. Ma siamo sempre pronti al confronto sui salari poveri. Noi vogliamo che i salari degli italiani diventino più alti”. Ma ribadisce il ‘no’ di Forza Italia a definire il salario minimo per legge. 

 

 

 

 

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