Seconda fumata nera per il Quirinale. Si aprono spiragli ma resta la distanza tra i partiti

Seconda fumata nera per il Quirinale. Si aprono spiragli ma resta la distanza tra i partiti

25. 01. 2022 Off Di admin

AGI – Nuova fumata nera per il Quirinale. Un risultato atteso, nel secondo giorno di scrutinio, in cui i due maggiori schieramenti, centrosinistra e centrodestra, hanno nuovamente dato indicazione ai rispettivi gruppi di votare scheda bianca. Ma, al di là dei tecnicismi e soprattutto della ‘pre tattica’, la seconda giornata di votazioni è segnata dalla mossa della coalizione di centrodestra che mette sul tavolo una rosa di tre nomi – Marcello Pera, Carlo Nordio e Letizia Moratti – per cercare di uscire dall’impasse, sondare il centrosinistra e tentare una intesa.

Ma si tratta di pre tattica, appunto, di strategia. Tanto che fonti parlamentari della coalizione non nascondono che c’è anche un piano B, ovvero un altro – se non altri al plurale – nomi che il centrodestra è pronto a proporre (tra cui quello della presidente del Senato Casellati). Ma la terna non raccoglie i favori dello schieramento avverso. E dal centrosinistra arriva il ‘no, grazie’.

Nessuna controrosa di nomi da Pd, M5s e Leu, bensì l’invito a sedersi subito attorno a un tavolo e cercare una soluzione allo stallo che si protrae anche nella seconda giornata di votazioni. Il centrosinistra, riunito per un paio d’ore dopo la conferenza stampa di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, tenta di ricompattarsi dopo i sospetti tra i dem e anche in una parte del Movimento 5 stelle sul possibile asse tra il leader pentastellato Giuseppe Conte e l’ex ministro dell’Interno.

“Finiamola con i tatticismi e troviamo una soluzione su un nome condiviso super partes e senza forzature”, dice il segretario dem. “La proposta che facciamo è quella di chiuderci dentro una stanza e buttiamo via le chiavi, pane e acqua, fino a quando arriviamo a una soluzione, domani è il giorno chiave”, aggiunge. Conte spiega che il centrosinistra ha preferito non fare nomi perchè “non è il momento del muro contro muro”. Insomma, “non serviva la guerra delle due rose”, chiosa Speranza.

Intanto Salvini mette in chiaro: “Il Quirinale e Palazzo Chigi hanno due destini diversi“, una precisazione dopo che l’incontro avuto ieri con il premier Draghi aveva creato più di un sospetto sulla ‘doppia trattativà. Quanto al voto, scende il numero delle schede bianche: ieri 672, esattamente il quorum dei due terzi richiesto.

Nel secondo scrutinio le schede bianche sono 527, ma aumentano i grandi elettori assenti, che non rispondono alla chiama. Il plenum torna ad essere di 1009, dopo la proclamazione a deputata di Maria Rosa Sessa, che subentra allo scomparso collega di Forza Italia Vincenzo Fasano.

Aumentano i voti a Sergio Mattarella: ieri 16, nel secondo scrutinio salgono a 39, stesse preferenze incassate dal candidato di Alternativa, Paolo Maddalena. Su 16 richieste provenienti dai grandi elettori positivi o in quarantena di poter votare dal seggio speciale allestito nel parcheggio esterno della Camera, solo in 9 votano.

Come nel primo scrutinio, anche oggi su sei senatori a vita votano in quattro (Segre, Monti, Piano e Cattaneo, mentre non sono presenti Napolitano e Rubbia). Il primo a votare è ancora Umberto Bossi.

Sul fronte ‘rituali’, si ripetono i capannelli in Transatlantico, forse anche più numerosi e ripetuti rispetto al primo giorno. Si infittiscono i vertici e gli incontri e in molti, tra i grandi elettori, sono pronti a scommettere che tra mercoledìe soprattutto giovedì la situazione di stallo potrebbe sbloccarsi. Infine si registra una velocizzazione dei tempi dello scrutinio: vengono ristretti gli ‘slot’ a fascia oraria per il voto di 50 delegati a scaglione, tanto che lo spoglio inizia con oltre un’ora di anticipo rispetto al primo scrutinio.

E c’è chi avanza la richiesta – lo fanno ufficialmente i due capigruppo di Iv Davide Faraone e Maria Elena Boschi – di procedere dal quarto scrutinio con due votazioni al giorno, per accelerare la ‘partità e arrivare presto a uno sbocco positivo, come spiega Matteo Renzi.

Due votazioni al giorno comporterebbero un tempo di almeno 13-15 ore, considerando anche la necessaria ora e mezza per la sanificazione dell’emiciclo. Domani, salvo sorprese, anche per il terzo scrutinio (l’Aula è convocata alle 11) centrodestra e centrosinistra dovrebbero confermare la scheda bianca.

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