Morning Bell: cosa si aspettano i mercati alla vigilia delle elezioni di Midterm

Morning Bell: cosa si aspettano i mercati alla vigilia delle elezioni di Midterm

07. 11. 2022 Off Di admin

AGi – Avvio di settimana debole e misto per i mercati, in attesa dei risultati delle elezioni di midterm negli Usa e dei dati di giovedì sull’inflazione a stelle e strisce. Le Borse asiatiche sono in rialzo, e i future in Europa e a Wall Street partono sottotono dopo che la scorsa settimana i listini di New York hanno chiuso positive ma hanno registrato la peggior ottava da gennaio.

I primi dati sulle votazioni di mideterm di domani indicano un’alta affluenza in tutto il Paese, mentre i sondaggi danno ancora un vantaggio stretto ai repubblicani, che dovrebbe consentergli di riprendere il controllo della Camera dei rappresentanti dopo 4 anni di maggioranza democratica.

Al Senato invece la situazione appare in bilico e tutto si giocherà in una serie di confronti serrati in Pennsylvania, Nevada e Georgia. Sul fronte macroeconomico, questa settimana il dato più atteso è quello di giovedì sull’inflazione Usa di ottobre, attesa in rallentamento, mentre quella ‘core’ è ancora prevista al 6,6%, cioè su livelli elevati.

A meno di una lettura ben al di sotto delle attese, il dato non dovrebbe modificare il percorso delineato dalla Fed la scorsa settimana, quando la banca centrale ha stabilito che i tassi sono destinati a salire a un picco più alto del previsto, anche se è possibile che già da dicembre vengano considerati aumenti meno aggressivi.

Oggi in Asia, la Borsa di Tokyo chiude in rialzo di oltre l’1% e quella di Kong Kong sale di oltre il 3% sulla scia delle voci che in Cina potrebbero ritirare le restrizioni anti-Covid, malgrado le forti smentite di Pechino.

Più contenuto il rialzo della Borsa di Shanghai, che è debole, frenata dai deludenti dati sull’export in Cina, che a ottobre registra la prima contrazione dal 2020. Il rallentamento dell’economia cinese, dovuto alle misure anti-Covid, e alla minaccia di una recessione globale, ha fatto scendere dello 0,3% annuo le esportazioni del Dragone a ottobre, contro il +5,7% di settembre e contro un atteso +4,3%. Intanto il biglietto verde sale sullo yuan onshore, resta sopra la parità sull’euro e sopra quota 147 sullo yen.

“I mercati si sono rafforzati molto a ottobre e ora, nella prima metà di novembre, potrebbero frenare, perché la Fed non gli darà una mano e preferirà tenerli un po’ in tensione – commenta Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte – Questa settimana ci potrà anche essere qualche rimbalzo ma complessivamente penso che i mercati tenderanno più verso il negativo. Sarà interessante osservare il dato sull’inflazione di giovedì. La Fed di Cleveland stima un 8,1% annuo a ottobre e un 6,6% per il core. Dunque meglio di settembre per il dato generale, e fermo il core.Tuttavia se dovesse esserci un ‘intoppo’ e il dato dell’inflazione dovesse uscire piu’ alto del previsto, i mercati avrebbero un contraccolpo negativo e potrebbero andare incontro a un’altra spurgata“.

“Nella seconda parte di novembre – aggiunge Cesarano – dopo le elezioni di mid-term e con il G20 in Indonesia la situazione potrebbe migliorare. A quel punto Biden e Putin potrebbero incontrarsi e iniziare a parlare e anche Xi Jinping potrebbe dare una mano. Tuttavia fino a quel momento siamo ancora in Purgatorio, non in Paradiso”.

Intanto mercoledì scorso il Tesoro Usa non ha annunciato l’atteso piano di buyback su Treasury, che avrebbe dovuto rendere più liquido e meno volatile il mercato obbligazionario. L’operazione twist, come è stata definita, che consisterebbe nell’emettere titoli di Stato a breve per comprare Treasury a lunga scadenza, con l’obiettivo di frenare il rialzo dei tassi nella parte lunga, avrebbe dovuto essere inserita nel piano di finanziamento trimestrale del Tesoro Usa, e invece è stata rinviata e l’amministrazione Biden ha fatto sapere che quando verrà decisa, sarà preannunciata con un “conguo preavviso”.

Sul fronte macro, in Area euro, il calendario di questa settimana è piuttosto scarno, con la produzione industriale tedesca di settembre in agenda oggi. Sempre oggi i ministri europei delle Finanze si riuniscono a Bruxelles, Christine Lagarde invia un video messaggio alla conferenza della commissione Ue e della Bce sull’euro digitale, a cui partecipa anche Fabio Panetta, membro dell’esecutivo della banca centrale europea.

Negli Stati Uniti parlano Susan Collins, Tom Barkn e Loretta Meister, presidenti della Fed di Boston, di Richmont e di Cleveland. In settimana negli Usa, oltre all’inflazione, saranno pubblicati alcuni indici di fiducia come quello relativo alle piccole imprese (domani) e quello calcolato dall’Universita’ del Michigan (venerdì). In Cina è atteso mercoledì il dato sull’inflazione, che dovrebbe registrare un deciso rallentamento.

In Egitto, nel resort di Sharm El-Sheik sul Mar Rosso, è iniziato Cop27, la prima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che durerà fino al 18 novembre. 

Articoli nella stessa categoria: