Morning bell: cosa si aspettano i mercati

Morning bell: cosa si aspettano i mercati

08. 02. 2022 Off Di admin

AGI – Avvio di settimana debole e incerto per i mercati in attesa dei dati sull’inflazione Usa di giovedì prossimo e delle prossime mosse della Fed quest’anno.

Anche il tono più falco della Bce ha allertato le Borse in Europa e innalzato gli spread.

Oggi in Asia i listini sono misti, con Hong Kong che ora perde l’1% e Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,13%, nonostante abbia annunciato il fallimento della vendita da 40 miliardi di dollari da parte di SoftBank dell’azienda britannica di chip Arm a Nvidia.

Leggermente positivi i future a Wall Street, dopo la chiusura mista di ieri, condizionata nel finale dal calo del 5% di Facebook e del 2% di Netflix.

Il nuovo scivolone di questi due big aveva trainato il Nasdaq giù dello 0,58% e lo S&P a -0,37%, a dimostrazione che gli investitori non si fidano di quello che li aspetta.

Ciò che maggiormente rende nervosi e volatili i mercati è l’incertezza sulle prossime mosse della Fed. Finora l’aspettativa era quella di 5 rialzi dello 0,25% dei tassi quest’anno, anche se ora, per gli accresciuti timori sull’inflazione, c’è chi parla di 6 rialzi e ieri la Bank of America ha lasciato intravedere la possibilità di 7 rialzi nel 2022.

Inoltre l’incertezza riguarda anche l’entità degli aumenti dei tassi e in questi ultimi giorni si è fatta avanti con insistenza la possibilità di un rialzo più consistente, di almeno mezzo punto, già a marzo.  C’è grande attesa per la diffusione dei dati sull’inflazione Usa, in agenda per giovedì prossimo.

La previsione è che a gennaio i prezzi al consumo negli Usa saliranno dal 7% al 7,2%, il top dal 1982. In Europa ieri la Borsa di Milano ha chiuso in rosso dell’1% per i selloff sui titoli di Stato e lo spread tra Btp e Bund è terminato a 155 punti, dopo aver oscillato tra 165 e 153 punti.

Il timore è che la Bce smetta di comprare titoli di Stato e che i mercati incomincino a prezzare un rialzo dei tassi europei. I future sull’EuroStoxx sono in rialzo dello 0,2%. Il prezzo del petrolio si è preso una pausa per i negoziati sul nucleare iraniano che potrebbero portare alla revoca delle sanzioni. In Asia i future sul Brent sono in calo dello 0,4% a 92,35 punti, dopo aver toccato ieri un picco da 7 anni di 94 dollari al barile, mentre i future sul Wti arretrano dello 0,26% poco sopra 91 dollari.

Intanto, l’Europa cerca nuovi fornitori per l’energia per cautelarsi dai venti di guerra in Ucraina. Ieri è stato il giorno degli incontri al vertice con Macron a Mosca da Putino e Scholz a Washington da Biden. Oggi Macron è a Kiev, poi riparlerà con Putin al telefono e infine andrà a Berlino a parlare con Scholz e con il polacco Duda. Intanto ripartono a Vienna i negoziati sul nucleare iraniano. C’è un “cauto ottimismo”, anche se Washington avverte che il tempo stringe e che restano solo poche settimane per salvare lo storico accordo raggiunto nel 2015.

Occhi puntati su banchieri centrali e inflazione Usa

Questa settimana sono previsti gli interventi di molti banchieri centrali e i mercati terranno d’occhio soprattutto quelli della Fed. La Federal Reserve si riunirà il prossimo 16 marzo. In vista di quell’incontro ci sarà un altro report sul mercato del lavoro Usa a marzo, dopo quello di venerdì scorso che ha alimentato l’aspettativa di un rialzo dei tassi d’interesse di 50 punti base a marzo.

Al momento ancora nessun membro della Fed si è espresso in questo senso, ma qualcuno potrebbe cominciare a farlo questa settimana. In altre parole, a marzo la Fed alzerà i tassi dello 0,50% o dello 0,25%? E quanti rialzi dei tassi farà quest’anno? “In questo momento – spiega Antonio Cesarano, global strategist di Intermonte Sim  – i mercati si aspettano più di 5 rialzi dei tassi da un quarto di punto. Il tasso atteso è dell’1,37%, oltre l’1,25% che sarebbe il totale di 5 rialzi da un quarto di punto l’uno. E di questi 5-6 rialzi il mercato se ne aspetta due a marzo, cioè un aumento dello 0,50% il 16 marzo”.

Irti Bank of America ha parlato di almeno 7 rialzi dei tassi da un quarto di punto l’uno nel 2022. Intanto c’è attesa per il dato di giovedì prossimo sull’inflazione Usa. Qualsiasi dato sopra la soglia del 7% metterebbe in agitazione i mercati, che invece si calmerebbero se l’inflazione dovesse restare al 7%, o scendere sotto questo livello. “Negli Usa – commenta Cesarano – dovremo aspettare aprile, maggio per capire che direzione prenderà l’inflazione, cioè se continuerà a salire o se subirà un ridimensionamento. La mia impressione è che inizierà a scendere nel secondo semestre e che lo farà per un calo della domanda, cioè perché l’inflazione sta facendo perdere potere d’acquisto ai lavoratori e dunque alla lunga inciderà negativamente sui consumi”. 

Softbank: salta vendita da 66 mld di Arm a Nvidia

È fallita la vendita da 66 miliardi di dollari da parte della giapponese SoftBank dell’azienda britannica di chip Arm alla califoniana Nvidia. Lo rivela il Financial Times, che cita fonti vicine all’operazione, secondo le quali i regolatori negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’Unione europea hanno sollevato serie preoccupazioni per le ricadute sulla concorrenza nell’industria globale dei semiconduttori. L’accordo, il più grande mai realizzato nel settore chip, avrebbe dato alla californiana Nvidia il controllo di una società leader nella tecnologia dei chip che fanno funzionare i dispositivi mobili. Alcune Big Tech che utilizzano i progetti chip di Arm, tra cui Qualcomm e Microsoft, avevano obiettato all’acquisto. Softbank riceverà un rimborso per la rottura dell’accordo fino a 1,25 miliardi di dollari e, secondo fonti vicine all’azienda, intenderebbe disfarsi di Arm attraverso un’offerta pubblica iniziale prima della fine dell’anno.

Grandi manovre su Ucraina: Macron tratta con Putin e Scholz da Biden

L’Europa cerca nuovi fornitori per l’energia per cautelarsi dai venti di guerra in Ucraina, mentre Emmanuel Macron tratta con Vladimir Putin a Mosca e Olaf Scholz va a Washington da Joe Biden per rinsaldare l’Alleanza Atlantica. Dopo il colloquio con Scholz il capo della Casa Bianca ha usato toni duri: “Se la Russia attraversa il confine ucraino non ci sarà più un Nord Stream 2. Prometto che il gasdotto chiuderà“. Scholz ha riaffermato l’unità dell’Alleanza sulle sanzioni in caso di invasione, compreso il blocco del gasdotto Nord Stream 2. “Prenderemo tutte le misure necessarie, insieme ai nostri alleati e partner, saremo uniti”, ha detto. Intanto a Mosca Putin, al termine di un incontro di oltre 5 ore con il presidente francese Macron, ha affermato di essere disposto a fare di tutto per evitare un’escalation militare in Ucraina. Secondo Putin una guerra Russia-Nato “non avrebbe vincitori”. Macron si è detto ottimista sul negoziato con Mosca e ha detto che tra Russia e Francia ci sono “elementi di convergenza”. Oggi Macron è a Kiev per vedersi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, poi risentirà Putin al telefono e infine andrà a Berlino a parlare con Scholz e con il polacco Duda. Scholz andrà a Kiev il 14 febbraio e poi vedrà Putin il giorno dopo. 

Il prezzo del petrolio oscillerà tra 85 e 100 dollari

Il prezzo del petrolio si è preso una pausa, dopo essere salito al top da sette anni per i venti di guerra in Ucraina. “La mia previsione – commenta Cesarano – è che i prezzi del petrolio oscilleranno per qualche mese tra 85 e 100 dollari. Sul mercato peseranno fattori contrastanti, le tensioni geopolitiche da una parte e le riaperture dall’altra, in particolare quella della Cina, che si accentuerà da marzo, dopo la fine dei Giochi olimpici invernali”. 

Lo spread è agitato, si prova a prezzare rialzo tassi Bce

Lo spread resta agitato e ieri chiude a 155 punti, dopo aver oscillato tra 152 e 165 punti, con il tasso dei titoli italiani che termina vicino all’1,8%, dopo essere salito quasi all’1,9%. Il timore è che la Bce smetta di comprare titoli di Stato. Inoltre i mercati incominciano a prezzare un rialzo dei tassi europei. Klaas Knot, governatore della Banca centrale olandese, uno dei membri più ‘falco’ della Bce, ha detto che “personalmente” si aspetta “il primo aumento dei tassi nel quarto trimestre di quest’anno”. Anche i Bund a 10 anni si trovano ora saldamente in territorio positivo, con circa 20 punti base di rendimento. 

Attese altre trimestrali a wall street e in europa

Questa settimana a Wall Street e in Europa continueranno a uscire le trimestrali, anche se quelle importanti dei big Usa sono ormai alle spalle. Questa settimana sono in arrivo le trimestrali di Pfizer, Walt Disney, Bp e Coca Cola.  Finora il 56% delle aziende dello S&P 500 hanno presentato le loro trimestrali, con il 77% che ha annunciato utili sopra le stime e il 76% che ha superato le aspettative di fatturato. Peleton ieri è avanzata del 21% dopo che Amazon e Nike si stanno proponendo come possibili pretendenti della società di attrezzi fitness. Il rendimento dei Treasury decennali ieri ha chiuso poco mosso all’1,92%.

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