Sui mercati prevale l’incertezza in attesa del simposio di Jackson Hole

Sui mercati prevale l’incertezza in attesa del simposio di Jackson Hole

25. 08. 2020 Off Di admin

AGI – Dopo giornate di rally che hanno portato le borse mondiali a realizzare forti guadagni e Wall Street a battere diversi record, si ferma la corsa dei mercati. Nonostante la buona intonazione delle borse asiatiche e una partenza decisa in Europa, i mercati si sono sgonfiati con l’andamento contrastato di Wall Street, appesantita da un dato sulla fiducia dei consumatori sotto le attese.

La ripresa dei colloqui sull’asse Washington-Pechino, con il primo incontro ‘virtuale’ ad alto livello, aveva portato nuovo ottimismo, rafforzato da un Pil tedesco calato nel secondo trimestre meno delle prime stime, ma nel pomeriggio è prevalsa la cautela. In vista del simposio di Jackson Hole di giovedì e venerdì i mercati sono incerti, in attesa di capire che indicazioni arriveranno dalla riunione dei banchieri centrali e in particolare dal discorso del presidente della Fed, Jerome Powell. L’auspicio è che dal numero 1 della Federal Reserve possano arrivare indicazioni sui nuovi sforzi della banca centrale americana a sostegno dell’economia e sugli obiettivi di inflazione.

Le borse europee, ben intonate in mattinata, hanno chiuso poco mosse o, come nel caso di Londra e Milano, in deciso calo. Parigi e Francoforte sono rimaste sostanzialmente invariate, il Ftse Mib ha perso lo 0,41% e il Ftse 100 è sceso dell’1,11%.

Sulla piazza di New York, a tre ore dall’apertura, sono in calo il Dow che perde lo 0,62%, e lo S&P 500, che scende dello 0,07%, mentre tiene il Nasdaq. A Wall Street continua a tenere banco il caso Apple: l’azienda, che con un rally nelle ultime settimane è diventata la prima azienda statunitense a superare i 2mila miliardi di capitalizzazione fino a toccare quota 2.200 miliardi, cade dell’1,7%.

Dai dati macro non arrivano segnali chiari sulla ripresa: la fiducia dei consumatori statunitensi è al minimo da sei anni, mentre in Germania l’indice Ifo, che misura il ‘morale’ dell’economia tedesca, è salito in agosto più delle attese sia sul fronte della manifattura che dei servizi. La divergenza si è fatta sentire anche sul cambio euro – dollaro, con la moneta unica che ha guadagnato lo 0,2% ed è salita a quota 1,181. La ritrovata propensione al rischio degli investitori e la forza della Germania hanno avuto riflessi anche sui Btp, con lo spread fra il decennale italiano e quello tedesco in crescita a 152 punti.

In risalita il prezzo del petrolio: l’arrivo dell’uragano Laura sul Golfo del Messico porta tagli nella produzione degli Usa, con un terzo delle raffinerie di petrolio statunitensi che sono nella zona interessata dalla tempesta tropicale. Il Wti supera così i 43 dollari al barile, a quota 43,14 dollari, con un rialzo dell’1,2%. 

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